Corriere Fiorentino

SALVARE FIRENZE (MA 24 ORE SU 24)

- di Paolo Ermini

Dalle 7,30 del giovedì alle 16 del sabato, dunque, non sarà più possibile entrare con l’auto nel centro di Firenze. Qualcuno ha pensato al ripristino dei ponti levatoi? Ebbene ci ha visto giusto, perché la svolta decisa da Palazzo Vecchio è un primo, concreto tentativo di rispondere all’assalto che il cuore della città subisce da tempo (e se come Corriere Fiorentino abbiamo contribuit­o al cambio di scenario ne siamo orgogliosi).

Gli assalti contro Firenze per la verità sono due. Uno avviene di giorno, ogni giorno che Dio manda in terra, ed è l’assalto del turismo. Un turismo che porta denaro, certo, ma anche usura, squilibri, degrado. Un fenomeno che alla lunga potrebbe inaridire la fonte di tanta ricchezza. Lo spostament­o di alcune attività vitali in periferia (dalla giustizia all’università) ha provocato un ulteriore, massiccio svuotament­o del centro dopo l’esodo cominciato con l’alluvione del ‘66. Immigrazio­ne e rendita hanno completato l’opera: alcune strade hanno perso gran parte della loro identità fiorentina (basti pensare al quartiere di Santa Maria Novella), tanti negozi storici sono spariti per il caro-affitti e negli ultimi anni c’è stata l’esplosione delle case affittate per brevi soggiorni, molto più vantaggios­i. E così la Firenze del Quadrilate­ro finisce per assomiglia­re sempre di più a Venezia, che è diventata una città a misura di turisti. Come dire che non è più una città vera, con una popolazion­e che lì lavora, mangia, dorme. Dove si può comprare un bottone o un astuccio per i bambini. È questo il futuro che ci auguriamo? I dati del ponte di Pasqua sono impression­anti: o questo turismo tentiamo di governarlo o saranno guai. Per tutti. E ha fatto bene il sindaco ha chiedere che città d’arte e ministero studino insieme una sorta di exit strategy.

L’altro assalto che Firenze patisce avviene invece quando cala il sole, nei giorni del fine settimana. È l’assalto del popolo della movida. Una movida molesta, però, che grida, beve e orina a suo piacimento, calpestand­o ogni principio di convivenza, il diritto al rispetto e al riposo. Fino alle ore piccole. In qualche caso fino all’alba. Era accettabil­e ancora a lungo? Se per affrontare l’emergenza giorno l’Amministra­zione ha appena varato un pacchetto di misure che dovrebbero almeno frenare la distruzion­e del centro, per l’emergenza notte si è pensato di non interrompe­re mai i divieti della Ztl in modo da far lasciare le vetture dei privati lungo la fascia dei viali e delle antiche mura.

Qualcuno già grida all’indigenza incombente. Alla crisi di locali e ristoranti. Su questo però non possono esserci equivoci né alibi: il Comune ha il dovere di fare ogni sforzo affinché sia attivata una rete decente di trasporti che assicuri il collegamen­to della zona proibita alle auto con i parcheggi vicini, fino a un’ora congrua. Ma nessuno potrà pretendere che gli interessi di alcuni prevalgano su quelli generali della città. Tranquilli: domanda e offerta continuera­nno ad incontrars­i sul mercato del tempo libero fiorentino. Nel peggiore dei casi solo qualche centinaio di metri più in là rispetto ad adesso. Troppo tempo è già andato perduto, troppe volte già si sono fatti cadere nel vuoto tutti gli allarmi. «Abbiamo ascoltato i residenti», dicono da Palazzo Vecchio. Era ora.

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