Venezia pensa al numero chiuso. «Strada segnata»
Il sottosegretario Borletti Buitoni: «Misure restrittive o le nostre città d’arte moriranno»
L’assessore Ora cominciano a contare chi arriva in laguna, poi potremmo limitare gli accessi in zona San Marco
Non è questione di «se» ma di «quando» accadrà. Perché quello di attuare «misure restrittive» dell’afflusso turistico non è più un’opzione ma uno sbocco «inevitabile, altrimenti la città muore». Ne è talmente convinta Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, da aver personalmente sostenuto «per anni» il progetto che ora sta prendendo corpo a Venezia con il «conta turisti» introdotto dalla giunta di Luigi Brugnaro. Per la città lagunare è il primo passo verso il governo dei flussi turistici in laguna.
«È inutile nascondersi dietro un dito» sottolinea il sottosegretario in merito alle resistenze nei confronti dell’introduzione numero chiuso e di altre iniziative di argine al turismo di massa, resistenze che vedono protagonista anche il sindaco di Firenze Dario Nardella che si è sempre dichiarato contrario. «Anche se le valutazioni finali spettano comunque e sempre al sindaco, e tra parentesi accolgo con molto favore la sua proposta di confronto con il nostro ministero, ricordo che quando 4 anni fa dicevo che il turismo avrebbe ucciso le grandi città d’arte mi accusavano di eccessivo allarmismo e invece ora si vede che non era così». È sicura: «Al numero chiuso prima o poi si dovrà arrivare, o a qualche altra misura restrittiva. Meglio se queste saranno concordate insieme al ministero. Perché il fenomeno molto presto non sarà più sopportabile: dobbiamo salvare le nostre città d’arte».
Una svolta arriva dalla recente delibera della giunta di Ca’ Farsetti, «un punto di partenza, non di arrivo» come sottolinea l’assessore al turismo Paola Mar che più di ogni altro ha voluto e progettato il «conta turisti». «Abbiamo sentito associazioni, cittadini, professori, ascoltato la città in tutte le sue componenti, abdere biamo valutato 23 diverse proposte e fatto la sintesi tra i punti di contatto». Ne è risultato un progetto di «monitoraggio e controllo degli accessi della città antica», «controllo territoriale per garantire decoro e sicurezza», promozione di «una vasta campagna di comunicazione delle giornate di maggior afflusso», «revisione del regolamento di Polizia Urbana» e altre iniziative di contorno all’impianto di strumenti tecnologici su Ponte della Costituzione, Ponte degli Scalzi, imboccatura di Rio Terà Lista di Spagna, Ponte di Santa Chiara, Ponte del Prefetto, Ponte dei Tre Ponti per rispon- all’appello lanciato dall’Unesco sulla necessità di rendersi conto con maggiore precisione del numero visitatori che effettivamente entrano in città. Non si tratta necessariamente di «un monitoraggio prodromico all’introduzione del numero chiuso» precisa l’assessore. Ma «stiamo valutando la possibilità di sperimentare nell’area Marciana la regolamentazione degli accessi mediante prenotazione, come fosse un museo, perché la zona di San Marco gode di un vincolo monumentale nel codice dei Beni Culturali».