E i medici scrivono ai sindaci: aiutateci voi
Appello firmato da 13 sigle sindacali: crescono liste di attesa e disagio dei cittadini
È «una fase storica che vede combinarsi gli effetti di una crisi economica ed occupazionale senza precedenti — certamente influente sui bisogni di assistenziali — ed un peggioramento di alcuni indicatori di salute della popolazione senza precedenti da oltre mezzo secolo a questa parte». Una lettera che nei prossimi giorni sarà inviata ai 276 sindaci della Toscana. Per chiedere che scendano in campo e contribuiscano a tappare le falle del sistema sanitario regionale. Ieri, all’hotel The Gate di Firenze, si sono riuniti 65 delegati di 13 diverse sigle sindacali di dirigenti medici, veterinari e sanitari: tutti assieme hanno deciso di inviare la lettera ai sindaci, preoccupati dalle difficoltà di dialogo con la Regione e con i vertici delle tre Asl toscane.
Lo scenario raffigurato dai delegati aziendali è pesante: «Sussiste — spiegano — una carenza di risorse economiche ed umane derivante dal sottofinanziamento e dai tagli operati dal governo centrale (…). Sussiste, però, anche una criticità, tutta regionale». Il sistema sanitario toscano mantiene «un ruolo di eccellenza», tuttavia «l’accorpamento delle 12 Asl in tre grandi Aziende ha avuto come obiettivi dichiarati il miglioramento della qualità dei servizi, la sostenibilità economica del sistema ed il mantenimento del suo carattere universalistico. Tutto ancora da dimostrare ovviamente. Nel frattempo le liste d’attesa continuano ad allungarsi in molti settori e cresce il disagio dei cittadini. A distanza di un anno dal varo della riforma non possiamo che rimarcare in maniera negativa la persistente assenza di confronto sostanziale, unitamente all’incomprensibile fretta con la quale si è proceduto».
Una critica durissima nei confronti della riforma voluta dal governatore Enrico Rossi e dall’assessore Stefania Saccardi. I delegati parlano di «taglio dei posti letto al di sotto del parametro indicato dal decreto Balduzzi», «la contrazione degli organici valutabile in alcune migliaia di unità» e l’«aumento notevole del costo dei ticket». Tutti fattori che hanno prodotto un indebolimento complessivo della capacità di risposta ai bisogni dei cittadini». Per questo i 65 chiamano in causa i sindaci, spiegando che per il loro ruolo istituzionale non possono restare estranei al delicatissimo capitolo della salute. L’assemblea di ieri pomeriggio sa di giuramento della Pallacorda: i sindacati dopo anni tornano a fare fronte comune, «dobbiamo smetterla di lavorare divisi, dobbiamo diventare un soggetto politico unito e farci di nuovo valere». La riduzione dei fondi coincide, secondo molti, con «il progressivo smantellamento della sanità pubblica in favore del privato sociale». E alcuni parlano di «sperequazione» tra gli investimenti fatti su alcuni ospedali rispetto ad altri. Mentre la politica non ascolta. «Quando era assessore Marroni aspettavamo a gloria il suo successore — dice Flavio Civitelli, segretario regionale Anaao — Con Marroni non c’erano contenuti ma almeno c’era ascolto. Oggi non ci sono né contenuti né ascolto. Il prossimo assessore ci scioglierà?».
La riforma Gli obiettivi prefissati con l’accorpamento delle 12 Asl sono ancora tutti da dimostrare I punti critici Il taglio dei posti letto è stato eccessivo, come la contrazione di organici e l’aumento dei ticket