Renzi in tv sposa il modello Emilia Saccardi: e no caro Matteo...
«C’è un esempio che vorrei prendere come punto di riferimento ed è quello dell’Emilia Romagna». Per abbattere le liste d’attesa in sanità, Matteo Renzi guarda al modello al di là degli Appennini. Lo ha rivelato mercoledì sera al dibattito tra i candidati alla segreteria del Pd, organizzato da Sky: «Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna — ha detto Renzi — ha fatto un meccanismo molto semplice, ha detto: io metto le liste d’attesa a zero; come? Aprendo la notte e il sabato e la domenica. Questo è il nostro modello, il mio modello da segretario». Un piccolo sgarbo alla Toscana che ha deciso di non seguire l’esempio dell’Emilia Romagna. Non per caso, Renzi ha aggiunto: «Chiedo scusa all’assesso re Saccardi che non si arrabbi con me». Ma la renzianissi ma Stefania Saccardi ha incassato il colpo. E risposto via Facebook: «Caro Matteo, ti spiego perché anche la Toscana sta facendo un buon lavoro sulle liste di attesa, con una diversa modalità rispetto ad altri», scrive. «Abbiamo deciso di lavorare sulla domanda e non sull’offerta: così si governa meglio la spesa, si evita che l’offerta droghi la domanda». Il modello emiliano è già superato: «In passato anche la Toscana aveva pensato di aumentare l’offerta e basta, ma dopo un po’ di tempo le liste si sono riformate». Saccardi spiega che la strategia ora è differenziare e sottrarre al Cup settori strategici, costruendo attorno ad essi percorsi dedicati: l’oncologia, la maternità, le malattie croniche, che «non dovranno sottostare alla roulette del Cup». «È complesso e ci vorrà tempo — conclude Saccardi — ma credo porterà risultati stabili». (G.G.)