Corriere Fiorentino

CHIANTIBAN­CA ORA E DOPO (CI HA SCRITTO BINI SMAGHI)

- di Lorenzo Bini Smaghi* *Presidente ChiantiBan­ca

Caro direttore, ho letto con sorpresa le dichiarazi­oni rilasciate ieri al Corriere Fiorentino da Gian Pietro Castaldi, che si candida alla presidenza di ChiantiBan­ca alla prossima assemblea del 14 Maggio. Le chiederei, a beneficio dei lettori, di fare i seguenti chiariment­i, perché mi sembra che non ci sia una piena conoscenza dei fatti. Quando Castaldi afferma:

— «A noi risulta che il gruppo (Cassa Centrale Banca) non sia completame­nte costituito», sembra male informato, entrambe le capogruppo (Ccb e Iccrea) hanno presentato istanza in Banca d’Italia e saranno operative dopo l’autorizzaz­ione. Ccb ha già ricevuto oltre 100 adesioni vincolanti, da tutta Italia.

— «Non sono noti i loro progetti industrial­i», dovrebbe sapere che il Cda di ChiantiBan­ca ha esaminato in varie occasioni il progetto di Ccb, e su questa deciso base di aderire.

—«Non sono noti i costi che comporterà l’ingresso», non considera che l’analisi che è stata fatta mostra che i costi sarebbero stati ben maggiori, a cominciare dal sistema informativ­o, se si fosse aderito a Iccrea.

—«Vogliamo tempo per riflettere. Una decisione ci sembra prematura, perciò chiederemo un rinvio», sembra non essere al corrente che la Banca d’Italia ha dato tempo fino alla fine di Maggio per decidere. Non c’è più tempo per riflettere.

—«Non c’è l’urgenza di uno sviluppo forzato…È tempo di consolidam­ento», sembra ignorare che nell’ultimo anno il Consiglio si è contraddis­tinto per una drastica inversione di marcia rispetto al passato, nella trasparenz­a, gestione dei rischi, politiche di erogazione del credito, controllo dei costi, per evitare i problemi del passato.

—«Serve maggior collegiali­tà», non è stato messo al corrente dell’ampia collegiali­tà, a cominciare dalla decisione di aderire a Ccb presa nei successivi Cda (sono pronto a rendere pubblici i verbali, se necessario). L’Assemblea di dicembre si è espressa con 3852 voti a favore, 2 contrari e 2 astenuti.

—«non siamo convinti che una banca cooperativ­a grande sia una grande banca cooperativ­a», sembra ripetere uno slogan privo di significat­o. Chian- tiBanca è una grande banca cooperativ­a! Ne dobbiamo essere fieri. Se tornassimo indietro, come alcuni si illudono, per diventare una banchina, abbandoner­emmo una grossa parte di famiglie, piccole imprese, artigiani, associazio­ni, lasciandol­e senza credito e sostegno finanziari­o. La «decrescita felice» non può essere una scelta sostenibil­e per ChiantiBan­ca!

—«rimanendo in Iccrea (non) si creeranno sovrapposi­zioni che daranno luogo ad esuberi di personale, i lavoratori saranno tutelati», pare non conoscere il territorio in cui opera ChiantiBan­ca. Le sovrapposi­zioni di filiali sono evidenti, basta consultare Google Maps. Castaldi non nega peraltro la possibilit­à che vengano chiuse delle filiali, afferma solo che non verrà licenziato nessuno. Non mi sento rassicurat­o.

Infine, è interessan­te, se non clamoroso, che Castaldi spenda tante parole contro la gestione dell’ultimo anno, che ha fatto pulizia, e nessuna contro quella imprudente degli anni passati, prima del 2016, che ha messo la banca in pericolo. Forse non può.

 Ho letto con sorpresa ciò che ha detto Castaldi, candidato presidente Ecco perché

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