«Il 2018 sarà l’anno zero Cancelliamo i debiti, ma poi chi sgarra paga»
«La riunione c’è stata, è l’ultima di un lungo lavoro per cancellare il debito di tutte le fondazioni lirico-sinfoniche. Con questo intervento sul debito e la nuova legge sullo spettacolo il 2018 potrebbe essere l’anno della ripartenza per il Maggio e le altre». La senatrice Pd Rosa Maria Di Giorgi (vicepresidente del Senato) conferma l’incontro con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il sindaco Dario Nardella, il collega e presidente della Commissione cultura Andrea Marcucci per l’operazione «ammazza debito», una partita da 320 milioni di euro.
Le cifre di cui si parla sono molto importanti.
«Stiamo lavorando per trovarle nella legge di stabilità. Ma se non si azzereranno i problemi precedenti non troveremo mai, o con grande difficoltà, soggetti che investano sulle fondazioni . Le fondazioni vanno rese tutte sane, per rendere più facile l’arrivo di soggetti privati. Diventa prioritario fare con coraggio questa mossa».
Cosa cambia per le fondazioni con la nuova legge per lo spettacolo?
«Cambia molto per tutti. Puntiamo a aumentare il Fondo unico per lo spettacolo di 100 milioni (ora è 340 milioni). Alle fondazioni lasceremo le attuali cifre, complessivamente 182.272.000. Perché divideremo i fondi: ci sarà un fondo ad hoc per fondazioni e un altro per il resto del mondo dello spettacolo, per evitare che non ci sia più qualcuno che fa la parte del leone e gli altri che prendono le spoglie. Una totale autonomia dei due fondi con alcune novità importanti, come una quota obbligatoria per formazione e scuola, almeno 12 milioni».
Il taglio del debito (si spera) significherebbe, per il Maggio, cancellare il debito ma anche «ribaltare» il fondo di garanzia già erogato: in pratica, i 35 milioni ridiventerebbero patrimonio. E la nuova governance? Il modello di fondazioni di diritto privato con soci pubblici pare non sia stato efficace.
«La legge non toccherà ora la natura giuridica ma darà maggiori responsabilità, una volta risanate, a chi gestisce. Ci sarà molto più rigore: se fai debiti, non sei più fondazione ma teatro di tradizione». Ottenendo meno fondi... «Resta in piedi la legge 160: se non rispetti il pareggio di bilancio, sei declassato. Con questa nuova legge, entro il 31 dicembre prossimo la governance sarà rivisitata per decreto con parametri più stringenti. La responsabilità resta ai vertici, lo Stato non potrà ricoprire più il debito, è confermato l’obbligo del pareggio di bilancio».
L’ex Commissario del governo per le fondazioni, Pinelli, ammise nella sua ultima audizione in Senato: 14 fondazioni lirico sinfoniche in Italia sono troppe. Finirà così?
«Dobbiamo capire se saranno in grado di mantenere in piedi il bilancio. Se avranno una gestione senza ulteriore debiti, bene. Altrimenti, devono sapere che nessuno glielo paga. Non si possono salvaguardare gestioni che non sono state certo virtuose».
L’ex sovrintendente Francesco Bianchi ha criticato l’attuale modalità di applicazione dell’Art bonus. Lo cambierete?
«No. Non condivido la tesi di Bianchi, anche Confindustria ne ha dato un giudizio positivo. Anzi, allargheremo l’Art bonus a tutte le attività culturali».
Al Maggio, tra nuovo teatro e fondi, negli ultimi 10 anni sono arrivati almeno 600 milioni di euro senza però una inversione di tendenza. Cosa non ha funzionato?
«Il Maggio è una delle questioni più delicate: da molto tempo ha una situazione economica difficile. Occorre una attenzione maggiore al pubblico, a diversificare le iniziative per attrarre più pubblico, non solo sponsorizzazioni ma anche finanziamenti all’esterno. È stata superata la questione dell’eccessivo peso del personale, adesso siamo sotto organico, mi dice la direzione attuale. È necessario puntare alla collaborazione delle produzioni, facendo molta attenzione all’equilibrio economico. Le opere importanti, con importanti investimenti di scenografica, devono essere condivise con le altre fondazioni. Finora non è stato fatto. E nella nuova legge sullo spettacolo introduciamo elementi premianti per chi lo fa: daremo fondi premiali chi si muove nell’ambito dell’internazionalizzazione e delle coproduzioni nazionali. E questo grazie al grande lavoro fatto in Parlamento, c’è già un accordo di massima con la Camera per approvare la legge sullo spettacolo a fine luglio, e con il governo, che affronterà per decreto anche il tema della tutela dei lavoratori dello spettacolo».
L’incontro Il vertice al ministero c’è già stato, troveremo le risorse nella legge di stabilità