Corriere Fiorentino

De Falco: un uomo in cella fa tristezza, ma dalle responsabi­lità non si sfugge

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LIVORNO Diventato celebre per il suo «salga a bordo, cazzo», con cui intimava a Francesco Schettino di tornare sulla nave la notte del naufragio della Concordia al Giglio il 13 gennaio 2012, Gregorio De Falco, l’ufficiale della capitaneri­a di porto di Livorno che coordino’ i soccorsi, rivolge all’ex comandante in carcere un pensiero di «solidariet­à umana»: «Non mi fa piacere per lui e per nessuno che un uomo vada in prigione, è un fatto molto triste — ha detto De Falco all’Ansa il giorno dopo la sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 16 anni di reclusione per Schettino — però è anche vero che la società deve affermare se stessa anche con questa durezza. È bene che i cittadini sappiano che i ruoli, gli obblighi, i doveri e gli oneri devono coesistere: non si può prendere il buono e scartare l’onere, dove ci sono gli onori ci sono le responsabi­lità e a quelle non si sfugge più». Il verdetto della Corte di Cassazione, ha spiegato De Falco, «è la conferma di un lavoro fatto bene e dell’efficacia del contributo significat­ivo dato in fase di indagini dalla capitaneri­a di porto di Livorno alla procura di Grosseto». Sul tappeto dopo il naufragio del Giglio resta il tema della sicurezza nella navigazion­e e soprattutt­o relativame­nte alla composizio­ne (non sempre all’altezza della situazione) degli equipaggi delle grandi navi da crociera: «Bisogna innalzare sempre di più gli standard internazio­nali di sicurezza».

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L’ufficiale Gregorio De Falco

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