Corriere Fiorentino

Milan a un passo. E c’è chi fischia

Corsa all’Europa Un tempo alla camomilla, poi la Lazio in vantaggio e rimonta della Fiorentina con Baba e Kalinic Dalla Fiesole striscioni e cori di contestazi­one, ma il resto del Franchi si ribella. Pari dei rossoneri con l’Atalanta

- Leonardo Bardazzi

Fischi e gol, benvenuti all’ennesimo pomeriggio surreale del Franchi. Dove la Fiorentina dorme per più di un’ora prima di sbocciare improvvisa­mente e dove la curva viola manda frecciate al veleno per novanta minuti: «Della Valle vattene» è il refrain della rabbia degli ultras, un coro fischiato a più riprese dal resto del Franchi. Tra i tifosi viola insomma si è creata una crepa, un’enorme spaccatura che rischia di lasciare strascichi per parecchio tempo: la peggior eredità possibile di questa stagione così difficile. E dire che proprio ieri sera (almeno fino al fortunoso pari di Deulofeu a Bergamo) si stava consumando l’ aggancio al Milan sesto in classifica.

Lo sfogo di Adv a Reggio Emilia però ha peggiorato l’umore della Fiesole («Non è una minoranza, è Firenze che ne ha avuto abbastanza», recitava uno dei tanti striscioni esposti ieri) e aumentato i decibel della contestazi­one. Nonostante uno stadio semivuoto, fin da subito la curva ha fatto sentire la sua voce: «Meritiamo di più», «Solo per la maglia», «Indegni», «Fate ridere» e altri messaggi simili, conditi con quel «Salutate la minoranza» pensato proprio per rispondere al patron. In campo intanto la Fiorentina era zero, lontana anni luce dall’essere una squadra in corsa per l’Europa. Berna e compagni nel primo tempo non tirano, non corrono, non giocano. Un nulla assoluto figlio delle solite scelte bislacche di Sousa (fuori Kalinic, Saponara e Ilicic, dentro Cristoforo come trequartis­ta) e di un ritmo partita da fine stagione: «È dura giocare in questo clima», dirà Borja Valero dopo la partita. Una frase identica a quella di Bernardesc­hi della settimana scorsa che tanto aveva fatto infuriare i tifosi.

In questo contesto, diventa normalissi­mo vedere Keita sgusciar via in contropied­e e far gol a Tatarusanu. Sembra l’inizio della fine, perché nonostante in campo ci sia la Lazio 2, la squadra di Inzaghi è padrona del gioco, mentre Sousa, quasi spento nel suo Nikola Kalinic esulta Di fianco lo striscione coi colori dello Sporting dedicato a Marco Ficini e un messaggio polemico della Fiesole starsene seduto per novanta minuti («I ragazzi erano carichi, non aveva bisogno di me», dice lui), viene fischiato e offeso da gran parte del pubblico. In questo strambo campionato però non c’è quasi nulla di logico e allora ecco il triplo cambio del portoghese, il modulo a due punte e soprattutt­o (finalmente) la grinta e l’orgoglio di una squadra che non ci sta: bastano dieci minuti allora per cambiare tutto.

Segna Baba su incertezza di Strakosha, poi in tre giri d’orologio Kalinic (ma perché lasciarlo fuori?) e il clamoroso autogol di Lombardi (sempre su iniziativa del croato) stravolgon­o il risultato e rimettono la Fiorentina in piena corsa Uefa. Nel finale si infortuna Parolo e la Lazio (ormai senza cambi) finisce in 10 ma segna col baby Murgia e prende un palo in mischia. A vincere però è Sousa. Anche se la Fiesole neppure esulta e, anzi, schernisce i suoi con un pungente «Vinceremo il tricolor», lasciandos­i gli applausi solo per la passerella di Riganò e i ragazzi della C2 e per Marco Ficini («La tua Firenze ferita, mai ti dimentiche­rà, resterai scolpito nel cuore di questa città. Ciao Marco», diceva il lungo messaggio appeso al plexiglass della curva), l’ultras ucciso a Lisbona: «Sono orgoglioso della mia squadra — dice Sousa — i cambi ci hanno dato la scossa». «Abbiamo vinto in un clima ostile», aggiunge il dg Corvino. In attesa dell’Inter dunque, i viola sono lì, aggrappati all’Europa. Certo, il calendario non aiuta (sabato c’è il Napoli e la Fiorentina giocherà senza Borja Valero e Astori squalifica­ti) e Montella conserva un punticino di vantaggio e pure gli scontri diretti a favore. Ma dopo aver visto il 5-4 con l’Inter e la partita di ieri però, fare pronostici risulta quanto meno azzardato.

Amarezza Borja ammonito non giocherà a Napoli: «Non è facile giocare in questo clima»

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