Corriere Fiorentino

UNA SPINTA (PRIVATA) A CRESCERE

- di Alessandro Petretto

Il così detto «lib-lab», ovvero la terza via blairiana in economia, apparentem­ente sepolta sotto le macerie della crisi economica, sembra ora invece risorgere sull’onda del successo di Emmanuel Macron in Francia. La difficoltà che questa terza via ha incontrato è derivata dall’essere stata stretta tra gli errori del capitalism­o finanziari­o, duro e puro alla Alan Greenspan, e le illusioni, con presa populista, sul collasso dell’economia di mercato e sulle magiche sorti della decrescita felice. La ripresa del «lib-lab» in realtà, più che dalle vittorie elettorali di Macron e soci, scaturisce dalla presa d’atto del superament­o della crisi conseguito da Paesi, in Europa come negli altri continenti, i cui governi, pur senza esplicitam­ente dichiararl­o per non incorrere in anatemi vari, hanno seguito le ricette di questa impostazio­ne di politica economica. Si è trattato, ahimè è proprio così, di coniugare mercato con intervento pubblico, flessibili­tà e concorrenz­a negli scambi con solidariet­à e salvaguard­ia dei diritti sociali. Un recente articolo firmato da Dario Di Vico sul

Corriere della Sera esorta però i sostenitor­i del «liblab» a guardare al suo tradiziona­le strumento, la spesa pubblica, con una nuova e più consapevol­e attenzione. Non si può che concordare. La «crisi dei 7 anni» è stata originata da un eccesso di debito, prima privato e, poi pubblico.

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