Conquistare il Moma, bussando (il successo globale di una Pmi)
E la piccola Stifflexible conquistò il Moma bussando alla porta
Se passate al MoMa di New York, quando arrivate al bookshop, guardate le agende. Non per un souvenir, almeno non solo: aprendole, scoprirete che sono fabbricate a Tavarnelle Val di Pesa. Da almeno tre lustri.
L’azienda che le produce si chiama Stifflexible ed è la terza messa in piedi dalla famiglia Mazzuoli, dopo la prima fondata dal padre Giuliano. MoMa, Luxottica, Fiat, Magneti Marelli, Artemide, Barilla, Cirio, anche la Fiorentina. Tutti clienti conquistati con un vecchio sistema di produzione della carta e di rilegatura, scoperto da Giuliano Mazzuoli in un libro del 1700. Una tecnica che Giuliano, durante uno dei suoi viaggi per il mondo, portò anche al MoMa di New York. Bussò alla porta della dirigenza e disse: che ne pensate? «Lui aveva realizzato un prototipo, lo presentò, rimasero colpiti» spiegano in azienda. Da 15 anni il MoMa non ne fa a meno. Ma non sono partiti dalla carta, i Mazzuoli. Bensì dal tempo, dagli orologi.
Le aziende sono infatti tre. Giuliano Mazzuoli orologi, Mazzuoli penne e quella che produce agende per il Moma, Stifflexible. L’orologio più famoso del gruppo è il «Manometro». Un orologio che ricorda lo strumento omonimo, fatta anche in versione «mini» e da polso. Oppure il «Carrara» in marmo delle Apuane. Anche questa passione (design italiano, produzione in Svizzera) viene dal passato: uno degli antenati, Lisandro Mazzuoli «imparò l’arte del costruire orologi sotto la famiglia Pistelli, nel ‘700» spiegano a Tavarnelle Val di Pesa. Un’arte allora applicata ai quadranti di torri e campanili, che è rimasta in famiglia fino a Giuliano, che l’ha applicata agli orologi da polso.
Anche per le penne si parte dalla tecnica. L’«Officina micrometro» ricorda gli strumenti di misura da lavoro di un meccanico; un’altra si chiama «Lima», nomen omen. «Mokina» è una rivisitazione della macchina da caffè Bialetti, uno dei fari dell’industria e del design italiano. Prima però era venuta «Nobile», dalla forma che occhieggia un dirigibile ed il richiamo è «agli uomini che hanno fatto grande l’Italia», come Umberto Nobile, appunto.
Se gli orologi sono prodotti in Svizzera, le penne e le agende sono invece totalmente Made in Italy. «Nel cuore del Chianti, attraverso l’impiego di materie prime locali e della esperta manodopera del posto» spiegano i figli di Giuliano, Tommaso ed Emiliano: «La nostra realtà punta sulla creatività made in Italy affiancandosi alla innovazione e alla sostenibilità ambientale». E poi i taccuini, scelti da molte grandi griffe e non solo. «C’è dietro una vera e propria filosofia sartoriale che consente all’azienda di investire e di essere competitiva sul mercato» spiegano a Tavarnelle Val di Pesa.
Una realtà piccola, dieci dipendenti, ma che rappresenta quella eccezionalità tutta toscana di Pmi (piccole e medie imprese) che riescono a confrontarsi con la globalizzazione senza perdere. Insomma si può sbarcare dalla campagna toscana al MoMa di New York, «semplicemente bussando la porta» come giura Giuliano Mazzuoli, forti della proprie identità, esperienza, professionalità. E di una storia unica.