Vendere? Della Valle spiazza Firenze
Diego sulle contestazioni: «Minoranza o maggioranza, è arrivato il momento della conta»
Acqua sul fuoco. Dopo le parole di Diego Della Valle, anche Palazzo Vecchio si era allarmato. Cosa ha voluto dire con quelle frasi il proprietario della Fiorentina? È la sua exit
strategy o più semplicemente vuole comunicare qualcosa alla città? Gli uomini più vicini a Ddv spiegano che le risposte date a L’Economia - Corriere della Sera sono figlie del disagio. Di un profondo disagio che i fratelli Della Valle stanno provando ormai da mesi. Ma la volontà di cedere il club viola non c’è. La Fiorentina insomma non rischia chissà quale deriva, ma di sicuro sta vivendo un periodo difficile. Nel quale proprietario e tifosi non si capiscono più, le rivali si rafforzano e l’ambizione di puntare in alto rischia di fare i conti — come quest’anno — con la dura realtà.
«Se venderò la Fiorentina? Io la comprai — spiega Della Valle — poi da alcuni anni mi sono completamente allontanato dalla gestione. Anche se vedere le partite la domenica è una delle cose che mi crea un po’ di tensione in senso assoluto; a me che di tensioni non soffro quasi per niente... Mio fratello Andrea ha fatto economicamente dei miracoli. La domanda che gli faccio è: dove sta il divertimento in tutto questo? E dico che è arrivato il momento di contarsi per davvero e vedere se questa pessima situazione dipende da pochi tifosi, da un gruppo di tifosi o se la città la pensa in questo modo; e poi, di conseguenza, prendere le dovute decisioni».
Se l’idea di cedere la società per il momento resta solo sullo sfondo (alcuni gruppi di investitori esteri hanno avuto contatti con la Fiorentina solo come eventuali partner del progetto stadio), il problema reale è la sintonia con la città, o una parte di essa. Della Valle sostiene di aver fatto grandi sacrifici per portare la squadra in alto, la parte più critica dei tifosi invece è convinta che la proprietà viola non abbia più stimoli (né volontà) di continuare a investire nel club. C’era una volta il bagno in piscina dopo la C2 e le esultanze in tribuna, accanto a Renzi (allora sindaco) e il fratello Andrea. Concetti che proprio Adv aveva espresso (con toni e modi diversi rispetto al fratello) dopo la partita con il Sassuolo: «Trovo incomprensibile l’atteggiamento di quella minoranza che contesta, dovrò fare le mie valutazioni», disse prima di volare in Cina per affari. Oggi la proposta di Diego di «contarsi» potrebbe diventare una specie di boomerang, perché i contestatori, per altro fomentati dalla fresca figuraccia di Napoli e l’addio ai propositi europei, domenica potrebbero avere la meglio al Franchi. Ddv però vorrebbe capire, fino in fondo, la situazione a Firenze. E quanto i cori offensivi della curva facciano parte del pensiero del resto della tifoseria. Per questo ha lanciato il suo monito, il suo messaggio alla città attraverso il Corriere.
I social network ieri si sono scatenati, con i contestatori radicali più che mai convinti di essere nel giusto e i sondaggi dei siti viola votati con migliaia di clic (su Violanews i pro Della Valle sono al 61%). I vuoti sugli spalti del desolato Franchi dicono che il malcontento va oltre quello degli ultras, ma è anche vero che se la squadra che verrà ricominciasse a far divertire i fiorentini (come accaduto con Montella), la curva Fiesole, come la Maratona e gli altri settori, tornerebbero a colorarsi di viola: «Le parole di Diego Della Valle? Ha valutato attentamente quello che sta succedendo — aggiunge Giancarlo Antognoni — non sono tantissimi quelli che contestano. L’annata è stata un po’ negativa, ma la maggioranza è a favore e la proprietà non ha intenzione di mollare». Acqua sul fuoco dunque. E avanti col programma già stilato, con il nuovo allenatore Pioli e Bernardeschi attori protagonisti. Niente voli pindarici però.
Il club viola manterrà il profilo tenuto in questi ultimi anni: conti in ordine e monte ingaggi da limare. In estate insomma si potrà spendere rispetto a quanto si incasserà. E così, tanti saluti a Kalinic (che senza Sousa comunque è orientato ad andarsene a prescindere dalla volontà viola) e ai vari Ilicic, Badelj e forse Vecino. Per Berna invece la Fiorentina vuole tener duro (è convinta di farlo firmare senza l’inserimento della clausola) e puntare su di lui. Tenere il giovane numero 10 sarebbe un ottimo segnale, un modo per ricominciare.
Sfogo Mio fratello Andrea ha fatto economicamente i miracoli. La domanda che gli faccio è: dove sta il divertimento in tutto questo?