La partita della Cei
Oggi il voto, poi la scelta del Papa. Betori e Meini con l’arcivescovo di Perugia (in pole)
Bassetti guida la terna dei vescovi toscani in «pole» per il dopo Bagnasco
Si è chiusa ieri l’era di Angelo Bagnasco presidente dei vescovi italiani e oggi pomeriggio l’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana consegnerà al pontefice la terna dei nomi da cui Bergoglio sceglierà il nuovo presidente. Una terna che sarà eletta per la prima volta nella storia della Cei e che vede nei pronostici la Toscana protagonista con il cardinale Gualtiero Bassetti, nato a Marradi e arcivescovo di Perugia, favorito alla successione di Bagnasco e il vescovo di Fiesole Mario Meini e il cardinale e arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in lizza.
La terna sarà nota oggi ma Francesco potrebbe comunicare la decisione domani o nei prossimi giorni, anche se sembra probabile che lo faccia entro giovedì, ultimo giorno dell’assemblea. I rumors dal Vaticano davano possibili candidati Franco Brambilla, vescovo di Novara vice presidente per l’Italia settentrionale, e più lontano monsignor Filippo Santoro, nato a Bari, che potrebbe avere i voti del Sud che valgono da soli il 50% dell’assemblea, ma soprattutto indicavano Bassetti favorito. L’arcivescovo di Perugia è molto stimato da Francesco, che gli ha prorogato l’incarico dopo che il 7 aprile scorso Bassetti ha compiuto 75 anni, età alla quale i vescovi si devono dimettere e nel 2014 lo ha creato cardinale, riconoscendo in lui l’essere pastore e l’attenzione agli ultimi che ne fanno uno degli interpreti della «chiesa in uscita» e «ospedale da campo».
Proprio la veloce proroga dell’incarico alla guida della diocesi umbra è stata letta come una conferma delle sue possibilità, anche se il presidente della Cei resta in carica 5 anni, e su di lui potrebbero convergere i voti di chi si riconosce nel nuovo corso bergogliano. Di Betori nella terna si parla da tempo — il fatto che sia stato segretario generale della Cei ai tempi di Ruini potrebbe frenarlo, ma fa anche di lui un ponte naturale tra vecchio e nuovo corso — e negli ultimi giorni si è detto che potrebbe appoggiare monsignor Meini, vicepresidente della Cei per il Centro, uomo del dialogo e stimato anche dal segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, vicinissimo a Papa Francesco. Meini sarebbe il primo vescovo alla guida della Cei, finora il presidente è sempre stato un cardinale, mentre per Brambilla sembra forte il sostegno del Nord e la «divisione» dei voti del Centro potrebbero portarlo nella terna, dove per entrare serve il 50% più uno dei consensi.
Ieri si attendevano indicazioni dall’introduzione ai lavori di Papa Francesco ma Bergoglio ha preferito non leggerla — «è più una meditazione che una introduzione, ve la lascio perché è la leggiate e rileggiate», ha detto ai vescovi e cardinali dopo aver salutato Bagnasco ed elogiato «la pazienza che ha avuto con me. Non è facile lavorare con questo Papa» — aggiungendo poche parole prima di mandare fuori telecamere e giornalisti: «Voglio un dialogo sincero, senza paura, che mi poniate chiaramente le domande. E io sono disposto a sentire opinioni non piacevoli a me, sono qui come servo dei servi di Dio. Ascoltarvi è quello che devo fare».