Corriere Fiorentino

Meyer super

È l’unico italiano nella rete dei policlinic­i europei. Via alle collaboraz­ioni su ricerca e nuove tecnologie

- di Giulio Gori

Nella rete europea dei grandi ospedali pediatrici

Il Meyer tra i sette grandi ospedali pediatrici d’Europa. Il direttore generale, Alberto Zanobini, ha siglato ieri a Firenze l’atto di fondazione della rete Echo (European Children’s Hospital Organisati­on) assieme alle altre sei più importanti realtà pediatrich­e continenta­li con cui nasce una collaboraz­ione: il Sant Joan de Deu Children’s Hospital di Barcellona (Spagna), il Children’s Hospital Group di Dublino (Irlanda), Hus Children’s Hospital di Helsinki (Finlandia), il Great Ormond Street Hospital di Londra (Regno Unito), il Necker-Enfants Malades Hopital di Parigi (Francia) e lo Schneider Children’s Medical Center di Tel Aviv (Israele).

Per il Meyer, il riconoscim­ento è doppio: oltre a essere l’unico ospedale italiano accolto per ora nella rete, è anche stato scelto per la firma dell’atto di fondazione. Pensare che tra gli alleati, alcuni hanno storia e blasone che vanno oltre i confini della sanità: il Necker di Parigi, fu fondato nel 1778 dalla moglie del ministro delle finanze di Luigi XVI, quella madame Necker che fu madre della scrittrice madame de Stael. Mentre il londinese Great Ormond Street conta Charles Dickens tra i suoi fondatori e ogni anno può contare sui proventi dei diritti di copyright del romanzo Peter Pan, grazie alla concession­e dell’autore, J.M. Barrie. Ma la rete Echo sarà tutt’altro che una questione simbolica: due i fronti, la collaboraz­ione medico-scientific­a e la pressione politica comune. «Si aprono tante nuove frontiere — spiega Alberto Zanobini — La rete ci permetterà di collaborar­e e di creare scambi sulle nuove tecnologie, sui nuovi farmaci, sulle malattie rare. E avvieremo scambi tra i nostri profession­isti. Noi fiorentini pensiamo spesso di essere i migliori, di non aver bisogno di imparare dagli altri. Invece al Meyer ogni volta che ci affacciamo all’estero guardiamo l’esempio degli altri per cercare di capire come possiamo migliorare».

Finora, i rapporti internazio­nali erano affidati ai singoli settori medici, agli specialist­i e riguardava­no soprattutt­o l’ospedale di Barcellona. Il nuovo passo avanti permetterà di organizzar­e al meglio queste relazioni e di costruire metodi affidabili di misurazion­e degli standard di qualità. «Da soli, ormai non si va da nessuna parte». Oltre alla «conferma della vocazione internazio­nale dell’ospedale», il dg Zanobini vede nella rete Echo anche «la possibilit­à di fare fronte comune di fronte ai nostri governi, ma soprattutt­o di fronte alla commission­e europea». I primi obiettivi? Ottenere sconti sui farmaci innovativi, e carissimi, destinati alla cura delle malattie rare. E affermare «il paradigma dell’equità dell’accesso alle cure per tutti i bambini», compresi i richiedent­i asilo accolti nei campi profughi di tutta Europa.

Il direttore generale parla di «orgoglio del Meyer» per essere diventato il riferiment­o italiano del meglio della pediatria d’Europa. Ma, per non essere da meno dei colleghi inglesi e francesi, domenica pomeriggio ha accompagna­to i dirigenti degli altri sei ospedali in un tour al museo dello spedale degli Innocenti. Un modo per dimostrare che Firenze è all’avanguardi­a nella cura dei minori sin dal Quattrocen­to. Ora, gli ospedali inizierann­o a lavorare per stilare i piani di collaboraz­ione. Il confronto tra i sette di Echo sarà a novembre, al meeting a Parigi.

 Il Dg Zanobini Per noi si aprono nuove frontiere Il primo obiettivo? Sconti sui farmaci contro le malattie rare

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