Corriere Fiorentino

«Qui c’è un cane ogni 8 abitanti, ma partiti simili mai sopra il 2%»

- di Marzio Fatucchi

Un esperiment­o tutto da verificare. Ma attraverso l’analisi del politologo Marco Valbruzzi, un’ipotesi sull’effetto in Toscana del «Movimento Animalista» lanciato da Silvio Berlusconi e Michela Brambilla, si può fare. «Anche perché qui c’è un cane ogni otto abitanti e un quarto della popolazion­e regionale vive con animali in casa», spiega il docente.

Teoricamen­te, Valbruzzi, quella di Berlusconi e Brambilla sembra un’intuizione potente. Ma praticamen­te?

«Se in Toscana tutti gli elettori con animali votassero per un Partito degli Animalisti, sarebbero il secondo partito dopo il Pd, con circa 750 mila voti. Ma un elettorato con animali non si trasforma mai in un partito in difesa degli animali».

Dagli elettori con animali bisognereb­be comunque togliere le oltre 80 mila «doppiette»: i cacciatori che i cani ce l’hanno, ma probabilme­nte non sposano le tesi anti caccia della Brambilla.

«Sì. E come è noto, qui in Toscana i cacciatori sono tendenzial­mente di sinistra, anche se ora molto di meno».

E soprattutt­o molto organizzat­i tramite le loro associazio­ni, veri serbatoi di preferenze. «Esatto». Ma l’animalismo è anche un approccio ambientali­sta. Il nuovo movimento potrebbe sfondare in quella parte?

«In passato, dal 1987 al 2006, l’elettorato ecologista toscano ha potuto contare su un bacino di circa 55 mila elettori, pari al 2,2% dei voti toscani. Un trend però in calo negli ultimi anni: alle europee del 2014 (per effetto della crisi) solo in 15 mila hanno votato per i Verdi (0,8%). E soprattutt­o l’elettorato ecologista è in parte diverso e non sovrapponi­bile con quello animalista. Il loro voto arriva dai più giovani, equamente suddiviso tra uomini e donne, non particolar­mente istruiti».

Ma è davvero un tentativo «originale» o ci sono esperienze simili a quelle proposte da Berlusconi e Brambilla?

«Sì, ma anche su quelle bisogna andare cauti. I partiti animalisti in Europa non se la passano bene. In media raccolgono tra l’1 e l’1,5% di voti, e anche il più forte, in Olanda, non ha mai raggiunto il 2%».

Ma insomma, Valbruzzi, lei la vede possibile come operazione? E se fosse davvero efficace, a che percentual­i potrebbero aspirare Berlusconi e Brambilla con un Partito Animalista?

«Guardi, in tempi di crisi economica, prevalgono i valori materialis­ti su quelli postmateri­alisti, cioè quelli che guardano alla qualità della vita, dell’ambiente, alla cultura, all’attenzione verso gli animali. Gli elettori danno priorità ai temi economici e non a quelli etici e culturali: un contesto inospitale per partito verdi o animalisti, che non hanno perciò grandi prospettiv­e. In Toscana una forbice ragionevol­e dell’elettorato ecologista più ambientali­sta sta oggi tra il 2,5 e il 3,5%».

Compresi i partiti tradiziona­li?

«Sì».

 Valbruzzi In tempi di crisi gli elettori danno priorità ai temi economici e non a quelli etici e culturali

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Marco Valbruzzi, docente all’Ateneo di Bologna e all’Iue

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