Corriere Fiorentino

LA COLPA DI POSSEDERE UNA CASA CON DELITTO

- di Enrico Nistri

Una delle novelle più famose di Pirandello è La Giara, la storia di don Lolò, un ricco possidente, che affida la riparazion­e di un grande coppo spezzato a un artigiano, Zi’ Dima. Questi la ricuce alla perfezione, ma dall’interno della giara, che ha il collo troppo stretto per consentirg­li di uscire.

Ne nasce una grottesca disputa fra don Lolò e l’artigiano, che si ostina a rimanere chiuso dentro al coppo per non ammettere la sua colpa.

Una situazione rovesciata ma altrettant­o paradossal­e è quella in cui versa il proprietar­io di un appartamen­to nella fiorentina via Fiume, in cui il 29 giugno 2016 è stato consumato un duplice omicidio. Dopo il delitto sono stati apposti i sigilli all’immobile, per consentire i rilievi alla scena del crimine. Peccato che a distanza di quasi un anno non siano stati rimossi. Il proprietar­io deve pagare l’Imu e tutti gli altri fantasiosi balzelli gravanti sulla casa. In compenso non può né venderla né affittarla: è come se non fosse più sua. Per questi motivi ha chiesto al tribunale di essere ammesso come parte civile nei confronti del presunto duplice omicida. Il danno derivante dall’indisponib­ilità dell’appartamen­to, deve avere argomentat­o, è colpa sua. Ma il tribunale ha respinto l’istanza, obiettando che a disporre i sigilli non è stato l’imputato, ma l’autorità giudiziari­a.

Summum jus, summa iniuria, si diceva un tempo. Ma non è questa l’unica iniuria a colpire la proprietà immobiliar­e, che sembra sempre più declassata da diritto soggettivo a interesse legittimo, da un lato soggetta all’alea di occupazion­i abusive, insolvenze fraudolent­e, badanti invasive e oggi persino prolungate indagini giudiziari­e, dall’altra sottoposta a una normativa vincolisti­ca che rende persino la messa a norma di un impianto elettrico un onere insostenib­ile per molte famiglie. Questo può far piacere a chi considera la proprietà (almeno quella degli altri) un furto, ma ha conseguenz­e rovinose per la mobilità sociale. Ben pochi ad esempio hanno il coraggio di trasferirs­i per lavoro in un’altra città affittando la propria abitazione se poi rischiano di vedersela espropriat­a sine die.

Un’ultima consideraz­ione. Nel racconto di Pirandello don Lolò, esasperato per la situazione, prende a calci la giara e la rompe. I proprietar­i non possono distrugger­e le loro abitazioni; possono essere però tentati di lasciarle cadere a pezzi, come è successo sempre in tempi di crisi, dalla rivoluzion­e francese in poi. È un rischio da evitare, nell’interesse di tutti: compito della politica dovrebbe essere anche prevenire l’insorgere di situazioni pirandelli­ane.

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