Corriere Fiorentino

Un ricordo del 1966 Chi salvare? O cosa? La lezione del rabbino durante l’alluvione

- Adam Smulevich

«Quando ho visto che l’acqua cresceva, da ebreo mi sono posto il problema se prima dovevo salvare la Torah, la Legge, oppure i miei figli. Però ho avuto un istinto primario e ho salvato i rotoli. Dio mi ha illuminato, e mi ha dato la forza per salvare anche i miei figli». Novembre 1966. Nella città colpita al cuore dall’alluvione, le parole pronunciat­e dal più esperto rabbino aprono la mente del giovane viceparroc­o di San Salvi, che lo incontra nel giardino della sinagoga. Il viceparroc­o era Gualtiero Bassetti, da mercoledì guida dei vescovi italiani. Quelle parole gli sono rimaste cucite addosso. La traccia viva, ha detto incontrand­o i giornalist­i in Vaticano, «di un uomo di eccezional­e spirituali­tà». Quell’uomo, quel Maestro, si chiamava Fernando Belgrado. Nato a Firenze nel 1913, ne fu a lungo rabbino capo e in questa veste fu anche un simbolo del commovente tentativo di salvataggi­o intrapreso dalla Comunità ebraica per sottrarre il proprio patrimonio, sia liturgico che documental­e, alla devastazio­ne. In prima linea, in quell’azione di soccorso, c’era proprio lui. Stanco, stravolto, lo sguardo provato dall’incessante lavoro fisico. Ma, raccontano testimoni dell’epoca, mai piegato del tutto. Molto andò perduto, con l’alluvione. Tra gli altri diversi rotoli della Torah, poi seppelliti nel cimitero ebraico. Ma se tanto pure fu salvato, lo si deve al suo esempio. L’esempio di un uomo che aveva già dato prova di saper superare ostacoli e diversi livelli di emergenza. Nei giorni delle retate antiebraic­he, Belgrado è infatti al fianco dell’allora rabbino capo Nathan Cassuto (poi deportato nei campi di sterminio, da cui non farà ritorno) nella rete di assistenza clandestin­a ai perseguita­ti. Sarà poi lui, nell’agosto del ‘44, a riaprire i luoghi e le istituzion­i della Firenze ebraica. Già vicerabbin­o con Cassuto, con la vacanza della cattedra assume quindi le funzioni di rabbino capo. Lascerà l’incarico nel 1978, restando fino alla morte (avvenuta nel 1998) un punto di riferiment­o per tutti gli iscritti.

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Il rabbino Fernando Belgrado

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