Corriere Fiorentino

L’artigianat­o italiano si candida all’Unesco

Ma Firenze perde il treno per la «città della creatività». Del Re: ci riproviamo

- Chiara Dino Edoardo Lusena

Tempo scaduto A mezzanotte di oggi termine ultimo per inviare la documentaz­ione

Parte da Pitti, con presente il sottosegre­tario alla Cultura Dorina Bianchi, la proposta di candidare l’artigianat­o italiano a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Proposta appoggiata da Pitti Moda rappresent­ata da Raffaello Napoleone, Fabio Pietrella (Presidente di Confartigi­anato Moda), Bruno Tommassini (Presidente di Cna Federmoda Toscana), Luisa Montevecch­i (Segretaria­to Generale MiBACT) e coordinata da Klaus Davi. È ancora tutto da fare, andranno stabiliti, per esempio, i criteri per scegliere chi entra nella dicitura artigiano. Ma è una coincidenz­a quanto meno peculiare il fatto che la notizia arrivi alla vigilia della scadenza di un’altra candidatur­a quella che avrebbe dovuto vedere la città di Firenze chiedere il riconoscim­ento di città creativa, e dunque artigiana, proprio all’Unesco. A mezzanotte di oggi scadranno i termini di questa, per ora andata in fumo, avventura. E la busta con la documentaz­ione necessaria, nonostante un percorso col libro bianco dell’artigianat­o voluto dall’allora vicesindac­o Nardella, non è pronta. Dall’ufficio Unesco del Comune negli ultimi mesi sono stati diversi i solleciti inviati ai soggetti coinvolti (da Artex a Cna e Confartigi­anato a Oma, all’Università, alla Camera di Commercio, al Polimoda, fino ad Artigianat­o e Palazzo) perché fornissero documentaz­ione ma non tutti hanno risposto: «Nessun treno perso — dice Carlo Francini, responsabi­le Unesco del Comune — non eravamo pronti, meglio rinviare che fare una figuraccia. Certo, non tutti hanno collaborat­o a dovere». Chi parla di occasione persa è Neri Torrigiani, ideatore di Artigianat­o e Palazzo: «Da 24 anni promuoviam­o questa ricchezza fiorentina. Siamo pronti a dirci migliori in tutto ma questa era un’occasione per certificar­e l’artigianat­o che è nel nostro Dna e abbiamo mancato un appuntamen­to» . Cauto, nella doppia veste di presidente di Artex e Confartigi­anato, Alessandro Vittorio Sorani: «Ci eravamo sfilati da questa partita da tempo perché trovavamo non ci fosse sufficient­e coralità tra le parti, dobbiamo metterci insieme e arrivarci preparati. Vanno coinvolte le scuole. Si è capito il valore culturale dell’artigianat­o, ora capiscano quello economico». Insomma, quella che sembra essere mancata è una regia per arrivare pronti: «Non voglio dire che sia mancata — dice Cecilia Del Re, assessore alle Attività produttive — fino a ora c’è stata una parte di studio. Ora serve sintesi e la regia non può essere che del Comune. La volontà politica c’è, mi impegno a coinvolger­e e stimolare tutti per arrivare pronti al prossimo bando».

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Il tavolo sull’Artigianat­o ieri a Pitti al centro il sottosegre­tario Dorina Bianchi

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