Approvata la norma «sblocca cantieri» Firenze può ripartire, dopo la paralisi
In Senato il via libera alla modifica del Testo unico dell’edilizia che supera lo stop della Cassazione
Da Roma arriva il via libera alla norma «sblocca cantieri». Il Senato ha infatti approvato la «mini manovra» e, come riflesso fiorentino, decine di cantieri edili potranno ripartire dopo una paralisi durata almeno quattro mesi. Una situazione che aveva messo in ginocchio molti imprenditori immobiliari, ma anche cittadini privati, alle prese con le ristrutturazioni (più invasive) delle loro case.
Adesso serviranno i tempi tecnici e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, poi la norma «sblocca cantieri» sarà operativa. «È un passaggio molto importante, che ci consentirà di far ripartire un settore rimasto paralizzato, con gravi danni economici — spiega Giovanni Bettarini, assessore all’Urbanistica di Palazzo Vecchio — Questa norma, inoltre, ci consentirà di governare l’urbanistica di Firenze con chiarezza e certezza maggiori per il futuro». Mentre Roberto Masini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze, commenta: «Notizia positiva, ma la vicenda ha mostrato a tutti quanto lavoro ci sia da fare ancora per rivedere il Regolamento urbanistico e migliorare il rapporto fra gli uffici tecnici del Comune ed i cittadini».
Tra le centinaia di emendamenti inseriti nella «mini manovra» del governo Gentiloni, ieri ne è stato approvato definitivamente uno in particolare, che modifica il Testo unico sull’edilizia (al punto 65 è stato aggiunto un «bis»), il quale prevede che il mutamento delle destinazioni d’uso di un immobile sia consentito, a condizione che esso sia compatibile con le funzioni previste dal Regolamento urbanistico. Un elemento fondamentale di chiarezza, finora mancante.
La paralisi edilizia che sta colpendo Firenze da settimane ha causato ripercussioni economiche molto gravi, con cantieri fermati a metà da Palazzo Vecchio. Una impasse innescata dalla sentenza della Corte di Cassazione riguardo la trasformazione di Palazzo Tornabuoni in residenze di lusso, procedimento giudiziario iniziato oltre sei anni fa. Le motivazioni della sentenza della Suprema Corte erano state chiare: «Gli interventi edilizi che comportano mutamento di destinazione d’uso si configurano in ogni caso come di ristrutturazione edilizia, anziché di restauro e risanamento conservativo». E così, davanti a questa sentenza, gli uffici dell’Urbanistica del Comune avevano iniziato a stoppare decine di importanti cantieri nell’area Unesco di Firenze, dove erano in corso lavori con cambio di destinazione parziale o totale (ad esempio da uffici a residenziale o viceversa) in corso di esecuzione previa presentazione di semplice Scia e non di autorizzazioni per l’effettuazione di «restauro pesante» come invece sostiene la Cassazione.
Tra le tante vittime di questa paralisi figurano anche grandi marchi, come Gucci, i cui lavori per l’ampliamento del caffèristorante in piazza Signoria sono stati bloccati. Ma anche la realizzazione di dieci appartamenti di lusso in via Calzaiuoli, nella cui compagine societaria figura anche il cantante Piero Pelù, assieme all’ex assessore comunale Silvano Gori. Senza contare il blocco dei progetti per il recupero delle ex caserme, coma la Cavalli di piazza del Cestello o quella di Costa San Giorgio.
L’assessore Questa norma ci consentirà di governare l’urbanistica con più chiarezza e certezze Gli architetti Notizia positiva, ma che evidenzia l’urgenza di rivedere il regolamento urbanistico