Corriere Fiorentino

UN PERSONAGGI­O DENTRO I COPIONI

- Di Manuela Kalivaci

Quando si vuole scrivere una buona sceneggiat­ura si parte da un’idea, perché se si avesse la possibilit­à di scrivere ciò che si vuole non si comincereb­be mai. Così insegnano a scuola. Spiegano anche che gli sceneggiat­ori descrivono spesso quello che conoscono bene, e poi lo adattano a ciò che la storia richiede. Quindi il protagonis­ta di ogni film ha sempre qualcosa che somiglia a chi prepara il copione, ed è giusto così perché è lui a dargli vita. E un po’ come se fosse figlio suo, e dunque ne eredita alcune caratteris­tiche. Guglielmo non ha figli, non ha neppure tempo di trovare moglie. Passa giornate intere, e notti, a mettere a punto i suoi personaggi, non tutti diventano di celluloide. Alcuni sono soltanto esercizi per le sue lezioni di scrittura creativa e per la cinematogr­afia. Se dunque ora si volesse descrivere Guglielmo bisognereb­be leggersi tutti i suoi copioni e individuar­e le similitudi­ni: ecco, quello è Guglielmo.

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