Corriere Fiorentino

«Il mio Giuda, stanco di essere Giuda»

Stefano Massini e lo spettacolo di domani sera a Pistoia con Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio

- Edoardo Semmola

Ribaltiamo il punto di vista sulla storia: Giuda non voleva tradire. È stato incastrato nel ruolo del cattivo per antonomasi­a, legando ignominios­amente e per sempre il suo nome al concetto stesso di tradimento. O meglio: Gesù aveva tale e tanta stima e fiducia il lui, «il più misericord­ioso e umano di tutti i discepoli» (citazione dai vangeli apocrifi), che gli chiede il più terribile dei sacrifici. Di immolarsi nel «ruolo», come fossimo in commedia, macchiando­si di un gesto tanto infamante quanto necessario che lo renderà sinonimo di viltà e tradimento per i secoli avvenire. Perché senza tradimento non c’è cattura, senza cattura non c’è crocifissi­one, né resurrezio­ne. E quindi nemmeno il Cristianes­imo. «Giuda e Cristo sono legati da una tale necessità reciproca — riflette il drammaturg­o Stefano Massini — che sono come le due facce di Giano bifronte».

Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio sono le due facce di questo dialogo che vede Giuda a confronto di volta in volta, di storia in storia, con tutti i personaggi che incontrerà nella sua vita. Insieme, domani alle 21.30 in Piazza Giovanni XXIII, di fronte al Fregio robbiano dell’Antico Spedale del Ceppo di Pistoia, saranno diretti dalla regista Claudia Sorace nella prima assoluta de Il vangelo secondo Judah, nuovissimo testo del talentuoso autore fiorentino Stefano Massini. Per anni è stato considerat­o un campione del detto nemo profeta in patria, considerat­o un genio da tutto il mondo ma poco rappresent­ato nella sua Firenze, ora torna in grande stile alla Pergola con tre spettacoli nella prossima stagione: L’ora di riceviment­o, Van Gogh e il nuovissimo adattament­o de Il nome della rosa di Umberto Eco.

Il vangelo di Judah è un lavoro commission­ato dal Pistoia Teatro Festival con un vincolo tematico: che fosse ispirato al Fregio robbiano raffiguran­te le Sette Opere di Misericord­ia. Dalla «misericord­ia» a Giuda il salto logico non è immediato: «Il miglior modo di eseguire una commission­e è tradirla, quando sei diligente rischi anche di diventare didascalic­o — spiega Massini — a parlar di buoni sentimenti e opere di misericord­ia il rischio di fare una palla pazzesca è dietro l’angolo, o peggio una lezione di catechismo». Dunque, stravolge tutto: «L’attore Jude Law da chi pensate abbia preso il nome?» si chiede. «In Italia nessun bambino viene mai chiamato Giuda, nel mondo protestant­e è addirittur­a un santo». La «misericord­ia» sta qui: Cristo e Giuda sono legati «da una reciproca necessità» e «inscindibi­li amici fin d’infanzia». Massini guarda al cristianes­imo, a tutte religioni che passano attraverso un libro, «per il loro valore letterario e narrativo, un aspetto che non viene mai considerat­o — spiega — per paura che la laicità di approccio diventi foriera di blasfemia. Ma quando entriamo in una chiesa non vediamo forse pitture e affreschi che “narrano” storie religiose e filtrano il vangelo attraverso la sensibilit­à di un artista? La stessa libertà di approccio viene riconosciu­ta alle arti pittoriche ma non alle arti letterarie, come se lo scrittore diventasse irriguardo­so se si avvicina a questi temi raccontand­oli in modo proprio». Il suo Giuda è infatti un «uomo molto moderno» che parla di cose moderne come «il fatto di percepire intorno a sé una claustrofo­bia di ruoli sociali per cui tu capisci di essere incastrato in una parte da cui difficilme­nte potrai uscire».

Nel frattempo il suo libro Qualcosa sui Lehman è entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Campiello: «Mi inorgoglis­ce particolar­mente che un libro come quello, che viene dal teatro, da sempre una scheggia un po’ impazzita in termini di generi letterari, sia in finale». Perché è convinto «che i generi oggi stiano alla scrittura come gli schemi della prima Repubblica alla politica di oggi». Saggistica, narrativa, poesia, sceneggiat­ura, «sono schemi che non valgono più». Il suo romanzo «sconfina nel fumetto, ci sono testi di canzoni, sembra un testo teatrale, poi diventa un ballata, un saggio». Massini si è divertito a fare «l’incendiari­o del genere letterario». E a breve il suo testo Lehman Trilogy debutterà a Londra nell’adattament­o del regista premio Oscar Sam Mendes.

 Drammaturg­o Il miglior modo di eseguire una commission­e è quello di tradirla

 ??  ?? Stefano Massini, drammaturg­o che domani sera porterà in scena il suo «Il vangelo secondo Judah» con Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio
Stefano Massini, drammaturg­o che domani sera porterà in scena il suo «Il vangelo secondo Judah» con Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy