«Il mio Giuda, stanco di essere Giuda»
Stefano Massini e lo spettacolo di domani sera a Pistoia con Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio
Ribaltiamo il punto di vista sulla storia: Giuda non voleva tradire. È stato incastrato nel ruolo del cattivo per antonomasia, legando ignominiosamente e per sempre il suo nome al concetto stesso di tradimento. O meglio: Gesù aveva tale e tanta stima e fiducia il lui, «il più misericordioso e umano di tutti i discepoli» (citazione dai vangeli apocrifi), che gli chiede il più terribile dei sacrifici. Di immolarsi nel «ruolo», come fossimo in commedia, macchiandosi di un gesto tanto infamante quanto necessario che lo renderà sinonimo di viltà e tradimento per i secoli avvenire. Perché senza tradimento non c’è cattura, senza cattura non c’è crocifissione, né resurrezione. E quindi nemmeno il Cristianesimo. «Giuda e Cristo sono legati da una tale necessità reciproca — riflette il drammaturgo Stefano Massini — che sono come le due facce di Giano bifronte».
Ugo Pagliai e Luigi Lo Cascio sono le due facce di questo dialogo che vede Giuda a confronto di volta in volta, di storia in storia, con tutti i personaggi che incontrerà nella sua vita. Insieme, domani alle 21.30 in Piazza Giovanni XXIII, di fronte al Fregio robbiano dell’Antico Spedale del Ceppo di Pistoia, saranno diretti dalla regista Claudia Sorace nella prima assoluta de Il vangelo secondo Judah, nuovissimo testo del talentuoso autore fiorentino Stefano Massini. Per anni è stato considerato un campione del detto nemo profeta in patria, considerato un genio da tutto il mondo ma poco rappresentato nella sua Firenze, ora torna in grande stile alla Pergola con tre spettacoli nella prossima stagione: L’ora di ricevimento, Van Gogh e il nuovissimo adattamento de Il nome della rosa di Umberto Eco.
Il vangelo di Judah è un lavoro commissionato dal Pistoia Teatro Festival con un vincolo tematico: che fosse ispirato al Fregio robbiano raffigurante le Sette Opere di Misericordia. Dalla «misericordia» a Giuda il salto logico non è immediato: «Il miglior modo di eseguire una commissione è tradirla, quando sei diligente rischi anche di diventare didascalico — spiega Massini — a parlar di buoni sentimenti e opere di misericordia il rischio di fare una palla pazzesca è dietro l’angolo, o peggio una lezione di catechismo». Dunque, stravolge tutto: «L’attore Jude Law da chi pensate abbia preso il nome?» si chiede. «In Italia nessun bambino viene mai chiamato Giuda, nel mondo protestante è addirittura un santo». La «misericordia» sta qui: Cristo e Giuda sono legati «da una reciproca necessità» e «inscindibili amici fin d’infanzia». Massini guarda al cristianesimo, a tutte religioni che passano attraverso un libro, «per il loro valore letterario e narrativo, un aspetto che non viene mai considerato — spiega — per paura che la laicità di approccio diventi foriera di blasfemia. Ma quando entriamo in una chiesa non vediamo forse pitture e affreschi che “narrano” storie religiose e filtrano il vangelo attraverso la sensibilità di un artista? La stessa libertà di approccio viene riconosciuta alle arti pittoriche ma non alle arti letterarie, come se lo scrittore diventasse irriguardoso se si avvicina a questi temi raccontandoli in modo proprio». Il suo Giuda è infatti un «uomo molto moderno» che parla di cose moderne come «il fatto di percepire intorno a sé una claustrofobia di ruoli sociali per cui tu capisci di essere incastrato in una parte da cui difficilmente potrai uscire».
Nel frattempo il suo libro Qualcosa sui Lehman è entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Campiello: «Mi inorgoglisce particolarmente che un libro come quello, che viene dal teatro, da sempre una scheggia un po’ impazzita in termini di generi letterari, sia in finale». Perché è convinto «che i generi oggi stiano alla scrittura come gli schemi della prima Repubblica alla politica di oggi». Saggistica, narrativa, poesia, sceneggiatura, «sono schemi che non valgono più». Il suo romanzo «sconfina nel fumetto, ci sono testi di canzoni, sembra un testo teatrale, poi diventa un ballata, un saggio». Massini si è divertito a fare «l’incendiario del genere letterario». E a breve il suo testo Lehman Trilogy debutterà a Londra nell’adattamento del regista premio Oscar Sam Mendes.
Drammaturgo Il miglior modo di eseguire una commissione è quello di tradirla