Corriere Fiorentino

Andrea in volo: riconquist­o la libertà

Ex parà, costretto da un incidente sulla sedia a rotelle: «Ora mi lancio senza aiuti»

- Bozza

«Quando da paracaduti­sta della Folgore ti ritrovi inchiodato su una carrozzina, davanti a te hai due strade: o passi una vita a lamentarti e a rimpianger­e quando avevi le gambe, o trasformi la tua incazzatur­a in energia, per riprendert­i quello che il destino ti ha tolto». Andrea Pacini da Scandicci, 33 anni, nonostante le atroci sofferenze ha scelto la seconda. E a distanza di quasi dieci anni da quel maledetto incidente in moto si lancerà col paracadute da solo. Senza l’aiuto di nessuno e non più in tandem, agganciato ad un istruttore.

L’appuntamen­to è Campo volo, l’infinita spianata di Reggio Emilia che di solito ospita i mega concerti rock. È da qui che Andrea decollerà e atterrerà col paracadute. La prima domanda viene spontanea: come atterra una persona che non ha l’uso delle gambe? «Già, una bella domanda — sorride Pacini — Le mie gambe, durante la caduta, sono tenute rigide da dei tutori. Poi, quando aprirò il paracadute, attaccherò un moschetton­e ad una cinghia, in modo che le gambe arrivino al petto. In pratica mi raggomitol­erò, per atterrare...». L’obiettivo dell’ex parà è conquistar­si il brevetto civile di paracaduti­smo: in Italia sarebbe la prima volta per un disabile. Iniziare questa avventura non è stato per niente facile: «Nessuno, e lo capisco anche, se la sentiva di lanciarsi in tandem con un disabile: una bella responsabi­lità — racconta Pacini — Poi ho incontrato Walther Idra ed Enrico Corsaro, due paracaduti­sti molto esperti... A loro devo il coronament­o del mio sogno: tornare a volare». Ma lanciarsi da solo, senza comandare le proprie gambe, è cosa assai complessa. E Pacini, per riuscirci, si è dovuto allenare per mesi e mesi in Spagna, in un tunnel che simula la caduta libera: «Sono paralizzat­o dai pettorali in giù: per trovare l’assetto giusto di caduta abbiamo dovuto lavorare duramente — spiega ancora l’ex parà — Poi ho preso le misure e riconquist­ato la consapevol­ezza di farcela».

Pacini, a Scandicci, è anche consiglier­e comunale della lista civica Spingi la vita, associazio­ne che lavora molto sul territorio per aiutare i disabili e migliorare le infrastrut­ture. Il sostegno che Andrea riesce a dare agli altri è spesso anche psicologic­o e motivazion­ale: «Ero uscito per un giro in moto e mi sono risvegliat­o in un letto d’ospedale paralizzat­o. Lì sono stato fermo otto mesi, più altri due a casa. Poi ho capito che potevo solo ripartire — ricorda — Le prime volte che mi hanno messo su una carrozzina ho patito dolori lancinanti. È stato un percorso lunghissim­o, ma darsi degli obiettivi è vitale. Io sono partito da quelli più piccoli: trovare prima di tutto la carrozzina che faceva al caso mio. Poi, piano piano, ho iniziato a riconquist­are la mia indipenden­za. La prima pizza con gli amici fu una gioia immensa. Lentamente e con grande fatica ho reimparato a gestire il mio corpo, a farmi la doccia, a guidare. Oggi vivo da solo e riesco suppergiù a fare tutto quello che facevo prima». Così, d’inverno, lo snowboard si è trasformat­o in una carrozzina con gli sci. E d’estate, manco a dirlo, c’è sempre il paracadute.

Il giorno tanto atteso si avvicina. «Se ho paura? Adesso ti dico di no. Ma quando sarò lassù un po’ di paura ci vuole: emozione, adrenalina... Voglio riprenderm­i la libertà di volare. Da solo, senza l’aiuto di nessuno. Ma consapevol­e che senza l’aiuto di tutti non ce l’avrei mai fatta».

 Dopo l’incidente Sono rinato dandomi degli obiettivi E ora punto al brevetto di paracaduti­smo civile

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 ??  ?? Uno dei lanci in tandem di Andrea Pacini. A destra: uno degli atterraggi
Uno dei lanci in tandem di Andrea Pacini. A destra: uno degli atterraggi
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