Corriere Fiorentino

Vacanze romane

L’Italia fa 90: voglie d’Ulivo, supplenze dei giudici e Silvio che chiama in tv

- di David Allegranti

L’Italia sarebbe stato il Paese perfetto per ambientare Ricomincio da capo. Un film in cui il protagonis­ta, Phil Connors, interpreta­to da Bill Murray, è un meteorolog­o che rimane intrappola­to in un loop temporale: ogni mattina, alle sei, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano (I Got You Babe di Sonny & Cher) e la sua giornata sarà identica a quella precedente.

L’eterno ritorno dell’uguale in Italia ha la forma degli anni Novanta. Fosse solo nostalgia canaglia, sarebbe materiale da rigattieri. Invece c’è qualcosa di più. È pure vero, come diceva T.S. Eliot che il tempo futuro è «contenuto nel tempo passato», ma i partiti che s’affidano ai giudici — come ampiamente già visto — sono il sintomo maggiore di una comunità politica che ha scelto di abdicare al proprio ruolo. Il caso della legge elettorale è clamoroso, perché ancora oggi, nonostante le promesse smentite dalle cronache recenti, ci troviamo con regole del gioco democratic­o riscritte (legittimam­ente, beninteso) dalla Consulta, cioè dai giudici. Ma se i partiti non riescono a votare un sistema elettorale neanche dopo un accordo che coinvolge l’ottanta per cento dei parlamenta­ri, allora che ci stanno a fare? Diventa difficile poi aspettarsi dai cittadini un esercizio civico e partecipat­ino. vo migliore se neanche le classi dirigenti riescono a dare il buon esempio. Le persone poi si sentono autorizzat­e a sfilarsi. Gli anni Novanta, fra aspiranti supplenti e antichi ritorni, sono insomma tra noi, come si capisce da alcuni refrain, tra chi vuole rifare l’Ulivo (occhio alla Xylella), chi vuole Prodi premier (Pisapia) e Berlusconi che telefona in tv per aiutare uno sfrattato.

Poteva mancare Siena, in questo loop temporale? Ma E infatti qualche giorno fa Pierluigi Piccini, sindaco della città del Palio dal 1990 al 2001, ha annunciato la sua candidatur­a alle elezioni amministra­tive del 2018. «Sento una forte spinta dalla città. Siena vuole tornare grande e in Serie A, la mia sensazione è che abbia attori capaci sparsi per il territorio, nella cosiddetta società civile. Pensiamo alle associazio­ni civiche, agli imprendito­ri, ai cittadini», ha detto Piccini a un giornale locale. Anche qui, un altro grande ritorno: la società civile. Meno male che ci sono anche cose divertenti, in questo revival degli anni Novanta: Microsoft ha appena annunciato la ripubblica­zione di Age Of Empires, il più bel gioco di strategia mai visto (eh già, anche noialtri trentenni abbiamo le nostre nostalgie).

Il centrodest­ra toscano, come dimostra il primo turno delle amministra­tive, è competitiv­o. Non lo è invece il Movimento 5 Stelle, perché, spiega Marco Tarchi, «struttural­mente, non è una formazione politica adatta alle competizio­ni elettorali locali. I suoi militanti non conducono con continuità attività sul territorio che fuoriescan­o dai limiti canonici del movimentis­mo, non curano i rapporti interperso­nali, insomma non costruisco­no quel reticolo di frequentaz­ioni e sostegni che consente di pescare voti in varie categorie quando si tratta di eleggere un’amministra­zione comunale. È un problema di organizzaz­ione, più che di classe dirigente».

Il centrodest­ra — purché unito, beninteso — può dunque essere un’alternativ­a seria al Partito democratic­o in una regione cara alla sinistra. Quando Berlusconi era nel pieno delle forze e della sua avventura politica, i risultati erano diversi, anche perché l’insofferen­za verso il Cav. era predominan­te. Fra i vecchi dirigenti dell’allora Popolo della Libertà circolava una battuta: «Meglio che Berlusconi non venga a far campagna elettorale in Toscana, così abbiamo più chance di combinare qualcosa». Ora questo problema non si pone. Domenica scorsa, il centrodest­ra ha vinto in nove Comuni, di cui otto strappati al centrosini­stra e negli ultimi tre anni ha conquistat­o ventidue Comuni; sedici di questi erano prima amministra­ti dagli avversari. Tra le città conquistat­e ci sono Arezzo nel 2015 e Grosseto nel 2016. La popolazion­e governata dal centrodest­ra o dalle liste civiche vicine al centrodest­ra prima del triennio 2015-2017, nei comuni in cui ci sono state le amministra­tive, era pari a 32.956 persone: adesso sono 344.766. Numeri che potrebbero aumentare se al ballottagg­io di domenica 25 il centrodest­ra riuscisse a vincere a Pistoia e Lucca.

Al Pd invece le cose vanno meno bene. Prima dell’ultimo triennio, i Comuni governati dal centrosini­stra erano 57, oggi sono 36. Ne sono stati persi 22. Bandiera azzurra la trionferà?

Difficile aspettarsi dai cittadini un esercizio civico e partecipat­ivo migliore se neanche le classi dirigenti danno il buon esempio

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Romano Prodi
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Silvio Berlusconi

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