Vacanze romane
L’Italia fa 90: voglie d’Ulivo, supplenze dei giudici e Silvio che chiama in tv
L’Italia sarebbe stato il Paese perfetto per ambientare Ricomincio da capo. Un film in cui il protagonista, Phil Connors, interpretato da Bill Murray, è un meteorologo che rimane intrappolato in un loop temporale: ogni mattina, alle sei, viene svegliato dalla radio che trasmette sempre lo stesso brano (I Got You Babe di Sonny & Cher) e la sua giornata sarà identica a quella precedente.
L’eterno ritorno dell’uguale in Italia ha la forma degli anni Novanta. Fosse solo nostalgia canaglia, sarebbe materiale da rigattieri. Invece c’è qualcosa di più. È pure vero, come diceva T.S. Eliot che il tempo futuro è «contenuto nel tempo passato», ma i partiti che s’affidano ai giudici — come ampiamente già visto — sono il sintomo maggiore di una comunità politica che ha scelto di abdicare al proprio ruolo. Il caso della legge elettorale è clamoroso, perché ancora oggi, nonostante le promesse smentite dalle cronache recenti, ci troviamo con regole del gioco democratico riscritte (legittimamente, beninteso) dalla Consulta, cioè dai giudici. Ma se i partiti non riescono a votare un sistema elettorale neanche dopo un accordo che coinvolge l’ottanta per cento dei parlamentari, allora che ci stanno a fare? Diventa difficile poi aspettarsi dai cittadini un esercizio civico e partecipatino. vo migliore se neanche le classi dirigenti riescono a dare il buon esempio. Le persone poi si sentono autorizzate a sfilarsi. Gli anni Novanta, fra aspiranti supplenti e antichi ritorni, sono insomma tra noi, come si capisce da alcuni refrain, tra chi vuole rifare l’Ulivo (occhio alla Xylella), chi vuole Prodi premier (Pisapia) e Berlusconi che telefona in tv per aiutare uno sfrattato.
Poteva mancare Siena, in questo loop temporale? Ma E infatti qualche giorno fa Pierluigi Piccini, sindaco della città del Palio dal 1990 al 2001, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni amministrative del 2018. «Sento una forte spinta dalla città. Siena vuole tornare grande e in Serie A, la mia sensazione è che abbia attori capaci sparsi per il territorio, nella cosiddetta società civile. Pensiamo alle associazioni civiche, agli imprenditori, ai cittadini», ha detto Piccini a un giornale locale. Anche qui, un altro grande ritorno: la società civile. Meno male che ci sono anche cose divertenti, in questo revival degli anni Novanta: Microsoft ha appena annunciato la ripubblicazione di Age Of Empires, il più bel gioco di strategia mai visto (eh già, anche noialtri trentenni abbiamo le nostre nostalgie).
Il centrodestra toscano, come dimostra il primo turno delle amministrative, è competitivo. Non lo è invece il Movimento 5 Stelle, perché, spiega Marco Tarchi, «strutturalmente, non è una formazione politica adatta alle competizioni elettorali locali. I suoi militanti non conducono con continuità attività sul territorio che fuoriescano dai limiti canonici del movimentismo, non curano i rapporti interpersonali, insomma non costruiscono quel reticolo di frequentazioni e sostegni che consente di pescare voti in varie categorie quando si tratta di eleggere un’amministrazione comunale. È un problema di organizzazione, più che di classe dirigente».
Il centrodestra — purché unito, beninteso — può dunque essere un’alternativa seria al Partito democratico in una regione cara alla sinistra. Quando Berlusconi era nel pieno delle forze e della sua avventura politica, i risultati erano diversi, anche perché l’insofferenza verso il Cav. era predominante. Fra i vecchi dirigenti dell’allora Popolo della Libertà circolava una battuta: «Meglio che Berlusconi non venga a far campagna elettorale in Toscana, così abbiamo più chance di combinare qualcosa». Ora questo problema non si pone. Domenica scorsa, il centrodestra ha vinto in nove Comuni, di cui otto strappati al centrosinistra e negli ultimi tre anni ha conquistato ventidue Comuni; sedici di questi erano prima amministrati dagli avversari. Tra le città conquistate ci sono Arezzo nel 2015 e Grosseto nel 2016. La popolazione governata dal centrodestra o dalle liste civiche vicine al centrodestra prima del triennio 2015-2017, nei comuni in cui ci sono state le amministrative, era pari a 32.956 persone: adesso sono 344.766. Numeri che potrebbero aumentare se al ballottaggio di domenica 25 il centrodestra riuscisse a vincere a Pistoia e Lucca.
Al Pd invece le cose vanno meno bene. Prima dell’ultimo triennio, i Comuni governati dal centrosinistra erano 57, oggi sono 36. Ne sono stati persi 22. Bandiera azzurra la trionferà?
Difficile aspettarsi dai cittadini un esercizio civico e partecipativo migliore se neanche le classi dirigenti danno il buon esempio