Con Berna in bianconero crolla il muro anti Juve?
La probabile cessione di Bernardeschi potrebbe far cadere i veti di mercato verso i bianconeri Decisivi il ruolo defilato dei Della Valle, la battaglia comune sui diritti tv e la scelta fatta da Federico
Il passaggio di Bernardeschi alla Juventus potrebbe far definitivamente crollare il muro anti Juventus alzato dai Della Valle negli ultimi anni. Un cambio di rotta che ha le radici nella collaborazione dei due club sui diritti tv e nella volontà del calciatore di giocare a Torino.
Se non è stato ancora abbattuto, ci manca poco. Il muro anti Juventus alzato dalla Fiorentina dei Della Valle negli ultimi anni comincia a mostrare qualche crepa. E proprio la cessione di Federico Bernardeschi al club bianconero potrebbe diventare la ruspa con cui buttarlo giù definitivamente.
Attenzione: le battaglie politico-economiche c’entrano poco. Vero, le tensioni tra mister Tod’s e i rampolli di casa Fiat (ora Fca group), che hanno raggiunto il punto più alto nel biennio 2012-2014, in qualche modo, almeno pubblicamente, si sono assopite. La possibile cancellazione dei veti di calcio-mercato (che in passato hanno interessato, tanto per citare i casi più eclatanti, Prandelli e Jovetic) ha però radici legate esclusivamente al mondo del pallone, dal quale sia Andrea che Diego Della Valle negli ultimi tempi hanno preso le distanze. E già questo è un primo elemento.
Nello scontro per la redistribuzione dei diritti tv poi la Fiorentina si è schierata apertamente con la Juventus e le altre big di serie A (Milan, Inter, Roma e Napoli). Un asse inedito rispetto al recente passato, che ha portato i dirigenti viola e quelli bianconeri a collaborare anche sul tavolo delle riforme del calcio italiano . «Il nostro punto di riferimento — è in sostanza il ragionamento alla base del nuovo posizionamento della Fiorentina in Lega — deve essere la fascia medio-alta, le società a vocazione internazionale».
Bastano questi elementi per rendere più che probabile il passaggio del talento di Carrara alla corte degli Agnelli? Certamente no. Ci sono anche ragioni che dipendono dalle contingenze di mercato e dalla volontà del calciatore, oggi sempre più decisiva. Bernardeschi ha scelto di trasferirsi a Torino: l’ingaggio più alto (circa 3 milioni l’anno), la possibilità di giocare in Champions, il pressing del concittadino Buffon, il progetto tattico di Allegri lo hanno convinto che quella della Juventus, alla vigilia dei Mondiali del 2018, è la soluzione migliore per lui. Il suo agente Giuseppe Bozzo — nonostante l’importante proposta di rinnovo avanzata dalla Fiorentina — ci sta lavorando da settimane, mentre l’ad dei bianconeri, Beppe Marotta, per il momento gioca a nascondino, in attesa di perfezionare la partenza dell’ex viola Cuadrado. La proposta dei bianconeri, non ancora ufficializzata, comunque sarebbe vicina ai 40 milioni di euro.
Tutto apparecchiato, o quasi. A meno che non si intrometta qualche importante club straniero (Chelsea o Bayern). Di sicuro tra i tifosi della Fiorentina non ci saranno scene di panico come quelle del 1990, quando un altro numero 10 viola, Roberto Baggio, fece (a malincuore) le valigie per trasferirsi a Torino. Ben più dolorosa sarebbe invece la cessione all’Inter di Borja Valero. E non tanto per questioni di rivalità con i nerazzurri. Al di là della reciproca convenienza economica, infatti, c’è da mettere sul piatto un aspetto strettamente identitario: lo spagnolo è molto legato a Firenze, che ha eletto come sua città d’adozione. Per i tifosi — anche per i non contestatori di professione — sarebbe un duro colpo. Un’iniezione di sfiducia difficile da superare in un periodo di completa rifondazione.