INCATENARSI A UNA SCODELLA
(p.e.) Quei piatti non gli piacciono, eppure ci ha preso gusto. Parliamo del consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella e della sua battaglia contro i menù scolastici decisi da Palazzo Vecchio insieme con gli esperti nutrizionisti dell’Asl. Loro inseriscono la cecìna e lui chiede più pollo arrosto. Loro aggiungono il tortino di verdure e lui reclama le polpette. E via con una botta e risposta del cavolo, tanto per restare in tema.
Per mesi Stella si è impegnato a fondo nella lotta alla quinoa. Ha battuto scuole, coinvolto mamme e babbi. Una volta se l’è presa pure con un menù che non era del Comune ma delle mamme stesse. Equivoci del mestiere. Ora ci manca solo che lui si incateni a una scodella. Ieri ha convocato una conferenza stampa per annunciare di aver raccolto mille firme in calce alla petizione che chiede di tornare a «saziare» i ragazzi: i nostri ragazzi che, secondo Stella e le sue mamme, scarterebbero il 90 per cento del cibo. Tutto legittimo, per carità, anche se mille firme raccolte in trenta scuole non sono un plebiscito. Stella si è fatto comunque un bel gruzzolo di voti, da usare al momento opportuno. Un’opposizione forte (non solo per consensi) non dovrebbe però preoccuparsi soprattutto di delineare una città diversa? Più vivibile? Con servizi più efficienti? Forse servirebbe una crociata in meno e un’idea in più. Magari da mettere a fuoco magari davanti a quell’inzimino che si vuole mettere al bando a vantaggio dei bastoncini di pesce. (Ma a casa Stella che si cucina?)