Corriere Fiorentino

Tassista aggredito, caccia ai balordi

Il dramma dopo una colluttazi­one nella notte in piazza Beccaria. Il sindaco: «Vigliacchi, spero che li prendano subito». Polemiche «Volevano l’incasso, ho una ferita al sopraccigl­io». Poi il malore: ora è a Careggi, gravissimo

- Bonciani, Leoni, Mollica

Lotta tra la vita e la morte il tassista fiorentino aggredito da due clienti e ricoverato a Careggi in rianimazio­ne. La caccia agli aggressori è scattata. Durissimo Il sindaco Nardella: «Mi auguro che quei vigliacchi vengano presi».

Doveva essere l’ultima corsa della serata per «Parigi 36» ma potrebbe essere l’ultima della vita per Gino Ghirelli, 67 anni, fiorentino di San Niccolò, da mercoledì pomeriggio in fin di vita all’ospedale di Careggi. Aggredito da due rapinatori la notte tra martedì e mercoledì, in quell’ultimo viaggio all’1.30 in cui si è spostato dal centro di Firenze a piazza Beccaria. Volevano portargli via l’incasso della serata e lui, un passato da pugile, ha pensato che poteva resistere all’assalto dei due finti passeggeri che sembravano turisti come tanti che affollano quotidiana­mente il centro di Firenze. Li aveva caricati sulla sua Volkswagen Caddy in piazza del Mercato Nuovo, alla Loggia del Porcellino.

È stato lui stesso a raccontare quella che sembrava poco più di una disavventu­ra alla collega della centrale del radiotaxi 4390 quando è rientrato a casa: «Mi hanno aggredito — è stata la chiamata registrata alle 2.20 — non volevano pagare poi mi hanno dato una testata. Sono ferito al sopraccigl­io. Avvisa i colleghi di stare attenti a quei due». Sembrava finita lì l’aggression­e durata solo tre minuti. Invece era solo l’inizio della tragedia. Che si è materializ­zata, in tutto il suo dramma, solo sedici ore dopo. Quando la figlia ha trovato il padre svenuto in casa con una vistosa ferita alla tempia sinistra. Ha pensato a un semplice malore. Solo dopo l’arrivo in ospedale, mercoledì alle 18, la scoperta che Gino Ghirelli aveva un brutto trauma cranico. Viene operato di urgenza nel reparto di neurochiru­rgia ma le sue condizioni appaiono subito gravissime. Non si sa quanto tempo sia rimasto privo di sensi per terra, i farmaci anticoagul­anti che prendeva non l’hanno sicurament­e aiutato.

È la registrazi­one dell’ultima telefonata al centralino del radiotaxi il punto di partenza delle indagini della squadra mobile guidata da Giacinto Profazio e coordinata dal pm Paolo Barlucchi. Tutto inizia martedì sera. Gino doveva finire di lavorare all’una ma prima di chiudere il turno accetta un’ultima corsa che lo porta sulla strada di casa. Due persone chiedono di essere portate da piazza del Mercato Nuovo a piazza Beccaria. Lì, dieci minuti dopo, secondo quanto svela il gps installato sull’auto, avviene l’aggression­e. Invece di pagare i due avrebbero chiesto di consegnarg­li il portafogli­o. Lui reagisce forte del suo passato da pugile, non consegna il denaro e in cambio viene colpito da una testata. I due scappano e fanno perdere le tracce.

Gino non si rende conto della gravità della botta, non chiama i soccorsi, non chiede neppure l’aiuto delle forze dell’ordine. Il suo pensiero è tornare a casa. Guida fino a San Niccolò, una volta arrivato nel suo appartamen­to si preoccupa di avvisare la centrale. Lo fa per mettere in guardia i colleghi, è quello il suo unico pensiero. «Attenti a quei due, uno alto, uno più basso, sono italiani e hanno l’accento romano», le sue ultime parole. Poi più nulla.

La mattina Gino non risponde alle chiamate della moglie che è al mare con i nipotini. Nel pomeriggio la figlia, preoccupat­a dall’insolito silenzio, decide di contattare la centrale radiotaxi che conferma che l’auto è parcheggia­ta sotto casa. Nel pomeriggio, intorno alle 18, decide di andare a controllar­e. Apre la porta e lo trova in salotto, steso a terra: è incoscient­e e respira a fatica, sulla tempia sinistra la ferita gonfia.

Subito scattano i soccorsi. Dall’ospedale avvisano la polizia. Il taxi viene sequestrat­o e la polizia scientific­a inizia a lavorare alla ricerca di tracce dei due uomini. Sul Caddy c’è una telecamera collegata alla scatola di registrazi­one. L’apparecchi­atura effettua registrazi­oni con cadenza regolare durante le corse o, in caso di emergenza, può essere attivata dal tassista. Si spera lì di trovare il film della rapina. Si cercano anche le testimonia­nze di chi potrebbe aver visto i due rapinatori salire sull’auto. I finti clienti avrebbero preso il taxi al volo, non risultano chiamate arrivate al centralino. Per tutto il giorno gli investigat­ori della sezione reati contro la persona, guidati dal vice questore aggiunto Maria Assunta Ghizzoni, hanno battuto a tappeto il centro e la zona di piazza Beccaria cercando nei filmati di altre telecamere le sagome di due persone che potrebbero essere i due rapinatori descritti dal tassista.

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Il parcheggio dei taxi in piazza Beccaria
 ??  ?? Il parcheggio taxi di piazza Beccaria dove la notte di martedì è avvenuta l’aggression­e a scopo di rapina
Il parcheggio taxi di piazza Beccaria dove la notte di martedì è avvenuta l’aggression­e a scopo di rapina

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