Corriere Fiorentino

«Barriere a bordo, per separarci dai clienti»

L’ira dei sindacati di categoria. Che accusano i mezzi di informazio­ne: colpa loro

- Agazzi

I tassisti chiedono più sicurezza, come barriere divisorie tra passeggeri e conducenti sulle auto, dopo l’aggression­e di mercoledì notte. Non basta a loro giudizio né lo spray al peperoncin­o (che nemmeno tutti hanno) né il pulsante «segreto» con cui avvisare la centrale che qualcosa nel taxi non va.

Palazzo Vecchio e le istituzion­i si sono stretti attorno a Gino e alla sua famiglia, prendendo le distanze dalle polemiche dei dirigenti dei sindacati dei tassisti che accusano stampa e politica di essere «responsabi­li» delle violenze ai danni della categoria. E chiedono nuove misure di sicurezza, come il vetro divisorio per i passeggeri.

«Mi auguro che i vigliacchi che hanno compiuto il grave atto ai danni del tassista vengano presi dalle forze dell’ordine e puniti — ha detto il sindaco Dario Nardella, che ha seguito la situazione anche mentre si recava negli Usa dove atterrerà oggi — Esprimo la vicinanza mia e dell’amministra­zione comunale al tassista, a cui auguro di guarire. Firenze non è una città abituata a questi episodi e non possiamo permettere che l’asticella della sicurezza sia abbassata. Sono vicino al tassista aggredito e alla sua famiglia — ha sottolinea­to ancora — e spero con tutto il cuore che riesca a superare questo momento drammatico».

I sindacalis­ti delle auto bianche, oltre alla solidariet­à al collega, hanno parlato di «troppi attacchi» come motivazion­e dell’aggression­e. Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi e vicepresid­ente del 4390 Taxi Firenze, ricordando anche un’aggression­e subita «una settimana fa a Firenze, da un altro collega» ha affermato: «I tassisti sono una categoria profession­ale vittima di odio sociale che si manifesta troppo spesso in fatti di inaudita violenza. La responsabi­lità principale è della stampa: la società civile, infatti, viene continuame­nte indotta nell’equivoco e nel conseguent­e rancore, da servizi che dovrebbero essere d’informazio­ne, ma che invece sono dei veri e propri proclami di guerra sociale». Marzio De Vita, presidente della SocotaRadi­o Taxi Firenze 4242, ha sottolinea­to «come il livello di tensione messo in atto contro la categoria da certa stampa, ma ancor di più da certa politica, si debba considerar­e come il peccato originale. Il tassista è un lavoro usurante e ad alto rischio, siamo stanchi di essere utilizzati come capro espiatorio. Bisogna poi rivedere le norme di sicurezza. È necessario inserire divisori tra la parte dei passeggeri e quella del conducente e togliere l’obbligo di cintura per il tassista, che in caso di aggression­e si trasforma in una vera trappola per la vittima».

Nardella era in volo quando i sindacalis­ti hanno dato questa lettura dei fatti e per Palazzo Vecchio ha risposto la vice sindaca Cristina Giachi: «Sono parole gravi. Mi auguro dettate solo dallo sgomento e dal dolore per quanto accaduto. Si è trattato di due criminali che spero siano presto presi , il resto non c’entra. Ho parlato con la figlia del tassista, come amministra­zione siamo, e saremo anche nei prossimi giorni, vicini a loro». «Sono parole che si commentano da sole — aggiunge il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, che in precedenza aveva espresso la solidariet­à all’aggredito — voglio invece ribadire la mia profonda solidariet­à al tassista. E chiedo pene esemplari per gli aggressori».

Le richieste «Vogliamo i vetri che ci separino dai clienti. E basta con l’obbligo della cintura»

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I tassisti ieri alla stazione di Santa Maria Novella
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Il sindaco Dario Nardella
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Claudio Giudici, di Uritaxi

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