Corriere Fiorentino

Nardella frena, altri sindaci no: «Ius soli subito»

«Un errore fare la legge ora». Ma i dubbi fiorentini trovano poca eco in regione

- Bernardini

«Lo ius soli è una legge giusta anche se impopolare: la politica si deve prendere la responsabi­lità di approvarla ora». I sindaci Pd toscani — compreso il sindaco di Prato e presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni, renziano doc — non sposano la linea di Dario Nardella che ai suoi collaborat­ori ha confidato: «È una pazzia approvare adesso la legge».

«Lo ius soli è una legge giusta anche se impopolare: la politica si deve prendere la responsabi­lità di approvarla ora». Il muro dei sindaci toscani targati Pd — ben sintetizza­to dalle parole del sindaco di Prato e presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni — si para di fronte a Dario Nardella, che ha confidato ai suoi collaborat­ori di considerar­e «una pazzia approvare adesso la legge», come riportato ieri il Corriere della Sera. Gli amministra­tori democratic­i consideran­o sbagliato mescolare l’emergenza per la pressione migratoria con la «battaglia di civiltà che va approvata senza fare passi indietro», come spiega il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi. «Io sostengo la linea del Pd — dice Fossi — e dobbiamo avere tutti questo coraggio. È stato fatto un percorso, manca poco al traguardo, non possiamo fermarci di fronte ad un problema di clima politico» . Una convinzion­e condivisa da Matteo Biffoni. Secondo il sindaco di Prato, «la politica si deve prendere questa responsabi­lità». L’urgenza di un percorso di approvazio­ne «di fronte a un problema legale, morale e culturale» costringe il sindaco di Siena Valentini a dissentire da Nardella, proprio come fa Alessandro Franchi, primo cittadino di Rosignano Marittimo: «Non può e non si deve aspettare un altro tempo. Sui nostri territori poi c’è una situazione che ha già preso atto di questa realtà. Dovremmo saper spiegare ai cittadini che la questione di un diritto sacrosanto non ha nulla a che vedere con quella sulla pressione migratoria», precisa Franchi.

Gli fa eco il sindaco di Bagno a Ripoli Farancesco Casini, che invita il suo partito a «chiudere prima possibile questa partita». Per lui Nardella ha probabilme­nte una paura tattica: «Si deve procedere, certo a condizione che esistano i numeri per approvarlo in Parlamento che non venga affossato: forse il sindaco di Firenze teme questo». La voce fuori dal coro è quella di Carlo Toni, sindaco di Poppi, non a caso il Comune dove la protesta popolare per l’arrivo dei migranti si era già trasformat­a in una sollevazio­ne popolare: «Comprendo e sposo le preoccupaz­ioni di Nardella: sono stato in trincea e so cosa vuol dire. Una cosa è la posizione del partito — spiega Toni — ed una cosa è fare il sindaco. Bisogna capire che il clima non è quello giusto, non è il momento per approvare lo ius soli». Una posizione da cui si distanzian­o tutti gli altri amministra­tori, anche quelli dove la pressione migratoria per l’accoglienz­a è alta. È il caso di Vicchio, dove il sindaco Roberto Izzo non ha dubbi sul fatto che «quando una cosa è giusta non esiste un tempo sbagliato per farla». «Le dichiarazi­oni di Nardella — aggiunge sardonico l’assessore democratic­o di Pontassiev­e Jacopo Bencini — ci colgono di sorpresa. Speriamo sia un equivoco perché quello dello ius soli è un ideale repubblica­no condiviso che può unire tutte le sinistre e distinguer­le dalle destre». Un parere che al sapore del rimprovero, ben in tono con le parole del sindaco di Massa Alessandro Volpi: «Nei provvedime­nti la sostanza conta più dei tempi. Non possiamo vivere di tattica. Su questo — taglia corto Volpi — si gioca il futuro del nostro Paese e dell’Europa». Nel clima di tensione sul tema si inserisce il caso di Fucecchio, dove la segreteria locale del Pd, tramite l’ex sindaco Claudio Toni, critica duramente le modalità d’accoglienz­a scelte dalla cooperativ­a Mc Multicons: «Mettere 20 profughi in un solo appartamen­to del centro, per quanto grande possa essere, non è accoglienz­a, è voler guadagnare ad ogni costo». Replica Stefano Mugnaini, presidente della Mc Multicons: «Il bando della Prefettura è stato attivo per 4 mesi. Se ai sindaci non andava bene, potevano dirlo prima. Sarà la prefettura a decidere quanti mandarne in quell’appartamen­to».

Un cambio generale di strategia è suggerito dal governator­e della Toscana Enrico Rossi: «Io credo che il modo giusto per accogliere i migranti sarebbe quello di dare la responsabi­lità e i soldi ai Comuni, e non ai privati».

Rossi e le cooperativ­e Il modo giusto per accogliere chi arriva in Italia sarebbe quello di dare la responsabi­lità e i soldi ai Comuni, non ai privati

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Bruno Valentini, sindaco di Siena
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Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli
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Matteo Biffoni, sindaco di Prato

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