CHE TURANDOT LIRICA & GLAMOUR
Stasera il nuovo allestimento con la regia di Signorini apre il Festival Puccini «Realizzo il mio sogno». Nel ruolo del principe Calaf il tenore Stefano La Colla «Il vero palcoscenico ho iniziato a provarlo qui, grazie all’Accademia»
Serata di gala stasera a Torre del Lago. Per inaugurare l’edizione numero 63 del Festival Puccini va in scena un nuovo allestimento di Turandot, ultima opera del maestro, forse la sua più complessa. Debutta alla regia, chiamato dal presidente della fondazione, il maestro Alberto Veronesi, che sarà sul podio, il direttore di Chi Alfonso Signorini, che svelerà la sua anima musicale.
«Realizzo un sogno», dice lui, e se qualcuno storce il nasino, sappia che Signorini non solo è laureato in filologia medievale, ma ogni giorno per tre ore si immerge nello studio del piano. Lui che fin da bimbetto ha vissuto di lirica, grazie alla famiglia di melomani. Stasera il cast è stellare, da Martina Serafin nel ruolo del titolo a Carmen Giannattasio che canterà Liù, colei che, nell’idea tutt’altro che peregrina di Signorini, è la vera protagonista dell’opera. Un’opera pronta a sorprendere anche con i costumi, ideati dallo stilista delle star del pop Fausto Puglisi che ha lavorato con Leila Fteita. Stefano La Colla, che di Signorini dice di sognarlo direttore artistico da qualche parte, dato il rispetto per la partitura e la competenza, sarà invece Calaf, il principe ignoto. Lui, potente voce da tenore lirico e pure qualcosa di più, ormai lanciato nei principali teatri del mondo, in realtà ha mosso i suoi primi passi proprio a Torre del Lago (e nei teatri di tradizione della Toscana). Nato a Torino (dove ha vissuto fino a sette anni), siciliano (qui è stato fino al militare, cantando in un coro folcloristico e suonando tutti gli strumenti popolari), si considera toscano di adozione. «Finito il militare, decisi di raggiungere mio padre in Toscana e mi sono iscritto al conservatorio Pietro Mascagni di Livorno». Attualmente vive in Svizzera, «circondato da tre aeroporti in modo che possa raggiungere velocemente ogni parte del mondo». La voce di Stefano La Colla è ricca di timbro e potente: dopo Torre del Lago sarà a Macerata per le prove di Aida di Verdi e l’impervio ruolo di Radames. «Mi dicono spesso che ho troppi armonici», riflette costernato. Lui si vanta di seguire la vecchia scuola, quella che lega il suo attuale maestro, l’empolese Carlo Meliciani (lo stesso del baritono Luca Salsi) a personalità leggendarie come il baritono Carlo Tagliabue. «In realtà fin da piccolino ho sempre trafficato con strumenti musicali. Quando frequentavo il conservatorio cantavo in diversi cori del territorio, per finire poi due anni al Carlo Felice di Genova. Ma il palcoscenico vero ho iniziato a provarlo quando ho vinto il primo premio come cantante puccinia-
no all’Accademia di Torre del Lago. Ricordo tre grandissime in giuria, Magda Olivero, Raina Kabavanska e Katia Ricciarelli. Qui mi hanno fatto fare di tutto, ogni piccolo ruolo disponibile, e frequentavo regolarmente la casa di Puccini, dove potevo liberamente consultare lettere e documenti». Il grande salto però lo si deve alla Germania coi suoi tanti teatri. «Mi chiamano più all’estero che in Italia», dice. Anche se il Calaf scaligero dell’Expo 2015,a onor del vero, aveva la sua voce. Glamour e vipperia non mancheranno: da Andrea Bocelli a Valeria Marini, da Simona Ventura e Nicoletta Mantovani, Federica Panicucci, Anna Molinari Ermanno Daelli e Toni Scervino.