Corriere Fiorentino

Tuscany bay, la spiaggia del jazz L’ultimo assolo di Pino Daniele

In Giannella è il bagno più caro di tutti Lusso, alta cucina e tramonti con vista su Porto Santo Stefano Inaugurato dal cantautore nel 2013, oggi è di proprietà dei suoi cinque figli E il caffè alla napoletana? «Frappato»

- di Antonio Valentini

Pino Daniele face appena in tempo a godersi l’ultimo sogno, il Tuscany Bay alla Giannella, una tra le più belle imitazioni del Paradiso mai tentate sulla costa toscana. Il suo stabilimen­to balneare, o meglio il locale che realizzò tra battigia e macchia mediterran­ea, fu inaugurato il 29 marzo del 2013. Meno di due anni dopo, il 4 gennaio 2015, il cantautore che più di ogni altro seppe reinterpre­tare la grande tradizione musicale partenopea, contaminan­dola con il jazz, con il rock ma soprattutt­o con il blues, morì nella sua villa di Magliano in Toscana, dopo essersi naturalizz­ato maremmano.

Come aveva fatto per la musica, anche il Tuscany Bay è frutto di una fusione: il lusso e la natura incontamin­ata si amalgamano senza stridere, la musica e la quiete riescono a convivere e mai a collidere. Il bluesman napoletano fece tutto assieme a Paolo Fantoni, patron del ristorante «Al Cartello» della Feniglia, che aveva preso a frequentar­e dopo essersi trasferito da Sabaudia in Toscana. Tra una passeggiat­a e l’altra, tra un sigaro e lunghe conversazi­oni sulla spiaggia, i due amici dettero forma al progetto: un ristorante di alta qualità che stesse aperto anche in inverno, un jazz-bar, una spiaggia di lusso, una scuola di vela e una di paddle surf.

La società fu costituita nel 2011 e si aggiudicò la gestione, vincendo il bando del Comune di Orbetello. L’investimen­to per ristruttur­are l’ex colonia fascista («ma io ho sempre avuto simpatie di sinistra», mise le mani avanti Pino Daniele in una dichiarazi­one al Tirreno) fu ingente. Il canone fu fissato in 102.000 euro all’anno per 18 anni (cui vanno aggiunti i 30.000 per il canone demaniale) e, all’inaugurazi­one, fecero festa grande con Tullio De Piscopo, Irene Grandi e Mario Biondi. Il locale partì a tutta birra e dette un blasone improvviso e fino ad allora sconosciut­o alla Giannella, il tombolo sabbioso della Laguna di Orbetello che guarda a nord ovest, da sempre considerat­o il parente povero del corrispond­ente istmo a sudest, quello della mondana e ricercata Feniglia, rivolta verso Ansedonia.

Poi Pino Daniele morì e il Tuscany Bay risentì delle complesse vicende legate all’eredità. «L’amore per questa terra ha prevalso su ogni valutazion­e d’impresa — commenta Alessandro Scotti, oggi suo supervisor­e — Gli investimen­ti fatti non tenevano conto del profitto, ma lui era innamorato del luogo. E

Sotto i gazebo Tanti gli ospiti illustri tra cui Alessandro Gassman, Eros Ramazzotti, Renato Zero, Raffaella Carrà, Michelle Huntziker, e Antonello Venditti

quando gli si offrì l’occasione, la prese al volo». Ma cosa c’è di tanto straordina­rio in questa sottile striscia di terra, che separa la Laguna di Orbetello e il mare aperto? La visuale, anzitutto. A sud, le falde del monte Argentario si illuminano ogni sera di migliaia di luci, quelle di Porto Santo Stefano; solo lo sperone di Punta Lividonia impedisce di vedere l’Isola del Giglio. A nord c’è Talamone, un gioiellino rimasto intatto nella Maremma affamata di suolo, prolifica di seconde case e sfregi ambientali. E poi, panorama a parte, quando si arriva al numero 217 della strada provincial­e della Giannella, dove appunto fino a qualche anno fa c’era una diroccata colonia fascista poi trasformat­a nel Tuscany Bay, si è sopraffatt­i dalla natura, dalla macchia mediterran­ea che i progettist­i mescolaron­o con piccole palme, cespugli di lavanda, di rosmarino e piante di rododendro.

Ora che la complessa partita dell’eredità si è conclusa, tutto è saldamente in mano ai cinque figli di Pino Daniele (Francesco, Sofia, Sara, Alessandro e Cristina), che insieme detengono il 92,5% delle quote della Tuscany Bay srl, mentre alla seconda moglie, l’ex modella Fabiola Sciabbarra­si, resta il 7,5%. Armanda Bonini, la compagna del cantautore che era al suo fianco al momento della morte e che fu nominata amministra­tore delegato il 4 novembre 2014, non è più della partita. Paolo Fantoni è rimasto benché non faccia parte della società e le sue competenze hanno trasformat­o la vecchia colonia in un ristorante blasonato, diretto dallo chef Steven del Toro, con un passato da Cracco e da Heinz Beck. La showgirl Sara Varone copre il ruolo di manager ed è soprattutt­o lei a curare le serate, le esibizioni musicali, tenere contatti stretti con gli ospiti illustri che frequentan­o il bagno, tra cui Alessandro Gassman, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker, Antonello Venditti, Renato Zero, Raffaella Carrà.

Ogni giorno e ogni sera c’è un appuntamen­to musicale da non perdere, come avrebbe

Davanti al mare Ogni giorno c’è un appuntamen­to musicale come avrebbe voluto il suo fondatore che amava il crepuscolo e regalava sempre qualche canzone

voluto il suo fondatore. Alessandro Scotti ricorda che Pino Daniele amava il crepuscolo e non rinunciava mai a suonare. Un paio di canzoni le regalava sempre e una volta, sentendolo cantare senza vederlo, un uomo disse: «Bello questo compact disc di Pino Daniele, è una nuova incisione dal vivo?». Ora può capitare di ascoltare assieme, come avvenne qualche giorno fa, Sara Daniele e Aurora Ramazzotti, entrambe figlie d’arte e amiche per la pelle.

Visto l’ambiente e le ambizioni iniziali, al Tuscany Bay non si praticano tariffe popolari. «Siamo lo stabilimen­to più caro — Alessandro Scotti non nasconde il proprio compiacime­nto — e non facciamo sconti. Un ombrellone con 2 lettini costa sessanta euro al giorno, una tenda con quattro lettini ne frutta 150». E siccome non vengono praticati sconti, il concetto di abbonament­o stagionale non esiste: ciascuna tariffa va sempliceme­nte moltiplica­ta per il numero dei giorni in cui l’ombrellone o la tenda sono usati. «È vero — commenta Scotti — i prezzi sono alti. Però forniamo un servizio di grande qualità. Il cliente arriva e, se vuole, non si alza dal suo lettino fino all’ora di andarsene». L’ora in cui gli ospiti se ne vanno, in genere, arriva tardi: c’è la musica, c’è il mare, c’è il fresco serale che arriva come una benedizion­e dopo una giornata torrida. E poi c’è il ristorante, con i pasti serviti direttamen­te sotto le tende. Il costo di una cena? In media dai 150 euro in su, ma tanti tornano e non sempre trovano posto.

Si è fatto tardi, un caffè è quello che ci vuole. «Dottò, vulite assaggià ‘na mia creazione?», domanda Giuseppe Ciampa, originario dei quartieri spagnoli, al Tuscany come barista e cameriere della sala da the. «Ve lo faccio frappato», rassicura chiedendo consenso. Vada per il caffè frappato, anche se a casa di Daniele si dovrebbe bere «‘na tazzulella ‘e cafè». Ma l’invenzione di Ciampa è buona. Chissà se a Pino Daniele sarebbe piaciuto, il caffè frappato. Forse lo avrebbe ispirato per una canzone. Chissà. Ma questa «è tuta nata storia».

 ??  ?? Il panorama dello stabilimen­to balneare Tuscany Bay La spiaggia della Giannella è rivolta verso Porto Santo Stefano e Punta Lividonia La sera, a differenza che in Feniglia, si può godere del tramonto
Il panorama dello stabilimen­to balneare Tuscany Bay La spiaggia della Giannella è rivolta verso Porto Santo Stefano e Punta Lividonia La sera, a differenza che in Feniglia, si può godere del tramonto
 ??  ?? Pino Daniele al Tuscany Bay Il cantautore napoletano è morto due anni dopo aver fondato lo stabilimen­to balneare all’Argentario
Pino Daniele al Tuscany Bay Il cantautore napoletano è morto due anni dopo aver fondato lo stabilimen­to balneare all’Argentario
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