Tuscany bay, la spiaggia del jazz L’ultimo assolo di Pino Daniele
In Giannella è il bagno più caro di tutti Lusso, alta cucina e tramonti con vista su Porto Santo Stefano Inaugurato dal cantautore nel 2013, oggi è di proprietà dei suoi cinque figli E il caffè alla napoletana? «Frappato»
Pino Daniele face appena in tempo a godersi l’ultimo sogno, il Tuscany Bay alla Giannella, una tra le più belle imitazioni del Paradiso mai tentate sulla costa toscana. Il suo stabilimento balneare, o meglio il locale che realizzò tra battigia e macchia mediterranea, fu inaugurato il 29 marzo del 2013. Meno di due anni dopo, il 4 gennaio 2015, il cantautore che più di ogni altro seppe reinterpretare la grande tradizione musicale partenopea, contaminandola con il jazz, con il rock ma soprattutto con il blues, morì nella sua villa di Magliano in Toscana, dopo essersi naturalizzato maremmano.
Come aveva fatto per la musica, anche il Tuscany Bay è frutto di una fusione: il lusso e la natura incontaminata si amalgamano senza stridere, la musica e la quiete riescono a convivere e mai a collidere. Il bluesman napoletano fece tutto assieme a Paolo Fantoni, patron del ristorante «Al Cartello» della Feniglia, che aveva preso a frequentare dopo essersi trasferito da Sabaudia in Toscana. Tra una passeggiata e l’altra, tra un sigaro e lunghe conversazioni sulla spiaggia, i due amici dettero forma al progetto: un ristorante di alta qualità che stesse aperto anche in inverno, un jazz-bar, una spiaggia di lusso, una scuola di vela e una di paddle surf.
La società fu costituita nel 2011 e si aggiudicò la gestione, vincendo il bando del Comune di Orbetello. L’investimento per ristrutturare l’ex colonia fascista («ma io ho sempre avuto simpatie di sinistra», mise le mani avanti Pino Daniele in una dichiarazione al Tirreno) fu ingente. Il canone fu fissato in 102.000 euro all’anno per 18 anni (cui vanno aggiunti i 30.000 per il canone demaniale) e, all’inaugurazione, fecero festa grande con Tullio De Piscopo, Irene Grandi e Mario Biondi. Il locale partì a tutta birra e dette un blasone improvviso e fino ad allora sconosciuto alla Giannella, il tombolo sabbioso della Laguna di Orbetello che guarda a nord ovest, da sempre considerato il parente povero del corrispondente istmo a sudest, quello della mondana e ricercata Feniglia, rivolta verso Ansedonia.
Poi Pino Daniele morì e il Tuscany Bay risentì delle complesse vicende legate all’eredità. «L’amore per questa terra ha prevalso su ogni valutazione d’impresa — commenta Alessandro Scotti, oggi suo supervisore — Gli investimenti fatti non tenevano conto del profitto, ma lui era innamorato del luogo. E
Sotto i gazebo Tanti gli ospiti illustri tra cui Alessandro Gassman, Eros Ramazzotti, Renato Zero, Raffaella Carrà, Michelle Huntziker, e Antonello Venditti
quando gli si offrì l’occasione, la prese al volo». Ma cosa c’è di tanto straordinario in questa sottile striscia di terra, che separa la Laguna di Orbetello e il mare aperto? La visuale, anzitutto. A sud, le falde del monte Argentario si illuminano ogni sera di migliaia di luci, quelle di Porto Santo Stefano; solo lo sperone di Punta Lividonia impedisce di vedere l’Isola del Giglio. A nord c’è Talamone, un gioiellino rimasto intatto nella Maremma affamata di suolo, prolifica di seconde case e sfregi ambientali. E poi, panorama a parte, quando si arriva al numero 217 della strada provinciale della Giannella, dove appunto fino a qualche anno fa c’era una diroccata colonia fascista poi trasformata nel Tuscany Bay, si è sopraffatti dalla natura, dalla macchia mediterranea che i progettisti mescolarono con piccole palme, cespugli di lavanda, di rosmarino e piante di rododendro.
Ora che la complessa partita dell’eredità si è conclusa, tutto è saldamente in mano ai cinque figli di Pino Daniele (Francesco, Sofia, Sara, Alessandro e Cristina), che insieme detengono il 92,5% delle quote della Tuscany Bay srl, mentre alla seconda moglie, l’ex modella Fabiola Sciabbarrasi, resta il 7,5%. Armanda Bonini, la compagna del cantautore che era al suo fianco al momento della morte e che fu nominata amministratore delegato il 4 novembre 2014, non è più della partita. Paolo Fantoni è rimasto benché non faccia parte della società e le sue competenze hanno trasformato la vecchia colonia in un ristorante blasonato, diretto dallo chef Steven del Toro, con un passato da Cracco e da Heinz Beck. La showgirl Sara Varone copre il ruolo di manager ed è soprattutto lei a curare le serate, le esibizioni musicali, tenere contatti stretti con gli ospiti illustri che frequentano il bagno, tra cui Alessandro Gassman, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker, Antonello Venditti, Renato Zero, Raffaella Carrà.
Ogni giorno e ogni sera c’è un appuntamento musicale da non perdere, come avrebbe
Davanti al mare Ogni giorno c’è un appuntamento musicale come avrebbe voluto il suo fondatore che amava il crepuscolo e regalava sempre qualche canzone
voluto il suo fondatore. Alessandro Scotti ricorda che Pino Daniele amava il crepuscolo e non rinunciava mai a suonare. Un paio di canzoni le regalava sempre e una volta, sentendolo cantare senza vederlo, un uomo disse: «Bello questo compact disc di Pino Daniele, è una nuova incisione dal vivo?». Ora può capitare di ascoltare assieme, come avvenne qualche giorno fa, Sara Daniele e Aurora Ramazzotti, entrambe figlie d’arte e amiche per la pelle.
Visto l’ambiente e le ambizioni iniziali, al Tuscany Bay non si praticano tariffe popolari. «Siamo lo stabilimento più caro — Alessandro Scotti non nasconde il proprio compiacimento — e non facciamo sconti. Un ombrellone con 2 lettini costa sessanta euro al giorno, una tenda con quattro lettini ne frutta 150». E siccome non vengono praticati sconti, il concetto di abbonamento stagionale non esiste: ciascuna tariffa va semplicemente moltiplicata per il numero dei giorni in cui l’ombrellone o la tenda sono usati. «È vero — commenta Scotti — i prezzi sono alti. Però forniamo un servizio di grande qualità. Il cliente arriva e, se vuole, non si alza dal suo lettino fino all’ora di andarsene». L’ora in cui gli ospiti se ne vanno, in genere, arriva tardi: c’è la musica, c’è il mare, c’è il fresco serale che arriva come una benedizione dopo una giornata torrida. E poi c’è il ristorante, con i pasti serviti direttamente sotto le tende. Il costo di una cena? In media dai 150 euro in su, ma tanti tornano e non sempre trovano posto.
Si è fatto tardi, un caffè è quello che ci vuole. «Dottò, vulite assaggià ‘na mia creazione?», domanda Giuseppe Ciampa, originario dei quartieri spagnoli, al Tuscany come barista e cameriere della sala da the. «Ve lo faccio frappato», rassicura chiedendo consenso. Vada per il caffè frappato, anche se a casa di Daniele si dovrebbe bere «‘na tazzulella ‘e cafè». Ma l’invenzione di Ciampa è buona. Chissà se a Pino Daniele sarebbe piaciuto, il caffè frappato. Forse lo avrebbe ispirato per una canzone. Chissà. Ma questa «è tuta nata storia».