La lite col tassista negli sms dei clienti
Si cercano conferme alla versione dei due ragazzi che negano la rapina. Ghirelli ancora grave
Restano stazionarie le condizioni del tassista ritrovato in stato di incoscienza mercoledì pomeriggio nella sua abitazione a San Niccolò, con tutta probabilità per le conseguenze di un’aggressione avvenuta durante la notte in strada.
Gino Ghirelli, 67 anni, è sempre ricoverato nel reparto di rianimazione a Careggi in prognosi riservata ed è tenuto dai medici in coma farmacologico. La settimana prossima, se il quadro clinico non dovesse cambiare, i sanitari proveranno a risvegliarlo. Solo così si potrà capire se ci siano stati danni.
Intanto le indagini degli investigatori della squadra mobile stanno andando avanti per ricostruire cosa è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì. Si cercano le conferme al racconto dei due ragazzi ventenni che hanno preso il taxi «Parigi 36» mercoledì all’1.30 alla Loggia del Porcellino per farsi portare in piazza Beccaria. Lì, secondo il loro racconto, sarebbe avvenuta la lite con il tassista. Lite per futili motivi, hanno spiegato i due ragazzi, non c’è stato alcun tentativo di rapina. Non avevano i soldi per pagare la corsa e quando il tassista ha detto che non potevano pagare con il bancomat ma che ci volevano i contanti, i due ragazzi si sono fatti accompagnare a uno sportello per prelevare i soldi.
La discussione tra il tassista e i due clienti sarebbe degenerata poi al di fuori del taxi, in piazza Beccaria. Sarebbe partita una testata, poi un cazzotto, infine qualche calcio. Ma quando il tassista è andato via, hanno ripetuto i ragazzi, stava bene: «Non avremmo mai immaginato quello che poi abbiamo sentito in televisione, che quell’uomo era in fin di vita per un’aggressione a scopo di rapina».
Per questo hanno deciso di presentarsi dai carabinieri di San Piero a Ponti giovedì sera, per cercare di chiarire prima possibile la loro posizione. Assistiti dall’avvocato Vittorio Sgromo i due ragazzi sono stati ascoltati per diverse ore in questura, adesso gli investigatori, coordinati dal pm Paolo Barlucchi, dovranno mettere in fila tutti i dettagli del racconto e ricostruire il quadro di quella notte.
Si cerca in primo luogo tra i filmati delle telecamere qualche immagine che aiuti a riscontrare un racconto che sembra comunque attendibile. Al vaglio degli investigatori ci sono anche i messaggi che i ragazzi quella notte, dopo la lite con il tassista, si sono scambiati per commentare l’accaduto. In quel momento non potevano sapere quello che sarebbe successo dopo e per questo quei messaggi che riportano alcuni dettagli precisi della lite vengono considerati genuini.
Gino Ghirelli è stato trovato mercoledì pomeriggio dalla figlia nel salotto, era incosciente e con una ferita alla tempia sinistra. Alle 2.20 della notte, quasi un’ora dopo la lite con i due ragazzi, una volta arrivato a casa è stato lui a chiamare la centrale operativa dei taxi per dire che era stato aggredito da due ragazzi che non volevano pagare e che l’avevano preso a testate. «Ho una ferita al sopracciglio», aveva detto. «Avvisa i colleghi di non caricare quei due ragazzi, uno alto, l’altro più basso, italiani con accento romano». Così, quando sono partiti i soccorsi, è stata avviata anche l’indagine della polizia per identificare quegli ultimi due passeggeri che erano saliti sul taxi.
Le indagini Confermata la traccia di un prelievo al bancomat per pagare la corsa