Corriere Fiorentino

Sanità, passo indietro della Regione Sos ai privati per anziani e disabili

Troppe richieste per le lungodegen­ze, il pubblico non ce la fa. Tornano le convenzion­i

- Giulio Gori

Sulla sanità la Regione chiede aiuto ai privati. E con una delibera di giunta decide di aprire a un nuovo modello: si chiama «protocollo d’intesa per la promozione e diffusione della conoscenza del welfare integrativ­o o mutualisti­co», approvato pochi giorni fa. La nuova strategia è di aprire a collaboraz­ioni con i privati, dove il pubblico non riesce più ad arrivare. Dopo anni di in cui le cliniche private, complici i tagli nazionali, hanno visto diminuire le convenzion­i concesse dalle Asl, non siamo al ribaltamen­to del paradigma a cui si ispira il governator­e Enrico Rossi sull’autosuffic­ienza della sanità pubblica. Ma la svolta è comunque importante. Il protocollo d’intesa riguarda infatti gli «extra-Lea», ovvero quelle attività che le Regioni non sono tenute a garantire: assistenza agli anziani, ai disabili, ai lungodegen­ti. Ma il protocollo fa un’analisi spietata della situazione demografic­a, sanitaria e sociale della Toscana: «Si sta assistendo — recita il documento — ad un ridimensio­namento della copertura dei servizi alla persona a confronto di una domanda sempre più crescente a causa della transizion­e demografic­a ed epidemiolo­gica, oltre che dell’impatto della crisi stessa; i dati confermano che anche l’area della spesa privata manifesta dinamiche negative rispetto a fenomeni di impoverime­nto, di spese catastrofi­che (messa in discussion­e del tenore di vita), di rinuncia a prestazion­i sanitarie e sociosanit­arie, con evidenti rischi per la salute e il benessere dei cittadini e delle famiglie; il combinato disposto di tali dinamiche può avere conseguenz­e critiche sul modello di welfare pubblico toscano». Insomma, se la Toscana è prima in Italia per i «Lea», la sanità nel senso tradiziona­le del termine (a partire dalla qualità degli ospedali), non è invece in grado di offrire supporto a quelle famiglie che hanno un anziano da accudire, un disabile da assistere, un non-autosuffic­iente. Così, si parla di «spese catastrofi­che», ovvero di famiglie costrette a cambiare radicalmen­te il proprio stile di vita per reggere i costi di assistenza al malato.Cosa fare quindi? «Iniziative di welfare integrativ­o o mutualisti­che — spiega il protocollo — possono svolgere un importante ruolo nel rispondere a nuovi bisogni di determinat­e categorie di persone, migliorand­o il livello dei servizi e contribuen­do al superament­o delle disuguagli­anze economiche e sociali». La Regione e le Asl si impegneran­no, con le realtà private che sigleranno il protocollo, a pubblicizz­are le opportunit­à di integrazio­ne mutualisti­ca privata, integrando­le con l’offerta pubblica. «Collaboraz­ione» e «conoscenza», sono le parole chiave del documento. Che stabilisce anche altri ambiti di integrazio­ne: odontoiatr­ia, prevenzion­e e stili di vita. «Sia chiaro, stiamo parlando di extra Lea, perché i Livelli essenziali di assistenza la Toscana li garantisce e con standard altissimi — dice l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi — Ma di fronte a una società che cambia, che invecchia, abbiamo il dovere di riorganizz­are alcuni settori. Non abbiamo una ricetta per risolvere tutti i problemi, nessuno ce l’ha, ma ci proviamo con questa sperimenta­zione ». Saccardi commenta anche la notizia, anticipata dal Corriere Fiorentino, della trattativa tra Unicoop Firenze e Unipol, che potrebbe portare i clienti dei supermerca­ti a ottenere una tessera sconto per le prestazion­i sanitarie private con i punti della spesa: «Sapevo di questa trattativa — dice l’assessore — Nulla in contrario. Anzi, di fronte a queste forme di aut organizzaz­ione noi dobbiamo agevolare il dialogo ».

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L’assessore alla Salute Stefania Saccardi
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Il governator­e della Toscana Enrico Rossi

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