Corriere Fiorentino

A Capoliveri la musica suona nella miniera In programma opere di Verdi e Rossini Ogni giorno colazione con un ciclo di Matinée

Il Magnetic Festival riscopre un luogo pieno di magia

- Ivana Zuliani

Nella Miniera del Ginevro all’Isola D’Elba tornano a riecheggia­re suoni e voci. Non quelle dei minatori al lavoro, che qui per dieci anni (dal 1971 al 1981) hanno scavato la magnetite andando fino a 54 metri di profondità, ma quelli di cantanti lirici e strumenti musicali: potere della terza edizione del Magnetic Festival che fino al 24 luglio animerà il giacimento in disuso e la piazza grande di Capoliveri con spettacoli ce vanno dall’opera al jazz alla musica da camera.

«La sfida è portare la musica classica in luoghi poco convenzion­ali», spiega Piero Gagliardi, vicepresid­ente dell’associazio­ne Maggyart che organizza la rassegna. Lo spazio a cielo aperto della miniera di magnetite più d’Europa, fa da quinta surreale e suggestiva, a due opere di Giuseppe Verdi: Traviata con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, il soprano Scilla Cristiano nel ruolo di Violetta e il tenore Marco Ciaponi nei panni di Alfredo (domani) e Aida sempre con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, il Coro dell’Opera di Parma, ma Renata Campanella e Alberto Profeta come protagonis­ti (il 22 luglio). Sul monte Calamita andrà in scena anche Il Barbiere di Siviglia, melodramma buffo di Gioachino Rossini, eseguito dall’Orchestra Cantieri d’Arte (il 20 luglio, al posto del concerto di Nigel Kennedy, saltato per motivi organizzat­ivi).

Altro palcosceni­co è piazza Matteotti nel paesino di Copoliveri. Inedito soprattutt­o per l’orario scelto: al calar della notte o al mattino. Qui stasera si esibirà il Coro dell’Opera di Parma, il 22 sarà la volta dell’Orchestra Sinfonica Terre Verdiane. In più ogni giorno, turisti e elbani possono fare colazione con il sottofondo offerto dal ciclo di «Matinée» musicali (dalle ore 10) che fanno da preludio artistico e aiutano a vivere ancora più intensamen­te gli appuntamen­ti serali. «I musicisti sono in un angolo, quasi non si vedono, per rendere ancora più suggestiva l’atmosfera» spiega Gagliardi.

I fondi raccolti raccolti durante i concerti e i mattinée saranno destinati al restauro dell’antico Organo a canne che si trova nel Santuario della Madonna delle Grazie a Capoliveri, una piccola chiesa cinquecent­esca particolar­mente amata dagli abitati del luogo. Fu realizzato dal maestro organaro Filippo Tronci del 1738, necessita di un restauro della meccanica acustica e di un risanament­o della struttura lignea che lo riveste.

Gli organizzat­ori del festival hanno contattato la famiglia Tronci, e grazie al suo aiuto hanno presentato il progetto all’organaro Samuele Maffucci e al restaurato­re Massimo Drovandi, che riporteran­no lo strumento a suonare come un tempo.

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