SALVIAMO QUEL QUADRO, COSÌ DIREMO ALLA MAFIA CHE IL SUO PIANO È FALLITO
Per questo motivo nei tre anni di governo ho fortemente incoraggiato la massima collaborazione tra pubblico e privato nel recupero dei beni storici, artistici e archeologici attraverso strumenti innovativi come l’Art Bonus o la semplificazione delle norme sulle sponsorizzazioni culturali contenuta nel nuovo Codice degli appalti.
L’iniziativa promossa dal Corriere Fiorentino insieme alle Gallerie degli Uffizi e della Banca Del Vecchio per il restauro dei Giocatori di carte di Bartolomeo Manfredi, gravemente danneggiato dall’attentato di via dei Georgofili, è un esempio particolarmente importante in tal senso. In quell’orribile 1993 la mafia seminò orrore, distruzione e devastazione in Italia, con una scelta spietata, precisa e determinata: il terrore doveva colpire non solo uomini e donne innocenti, ma anche il patrimonio culturale del Paese. Una spaventosa sequenza di attentati colpì Firenze, Milano e Roma. Al dolore per le vittime si aggiunse lo sgomento per un attacco che non aveva precedenti in tempo di pace a musei e chiese della nostra nazione. Un gesto deliberato, che doveva produrre effetti ben precisi.
A venticinque anni di distanza, individuati e condan- nati gli esecutori materiali, la campagna di crowdfunding lanciata per il restauro dei Giocatori di carte fa comprendere quanto questo obiettivo criminale sia fallito. I cittadini sono chiamati a esprimere, anche con un piccolo contributo, il proprio «No» alla mafia e al terrore e farsi Stato per aiutare le istituzioni a restaurare e restituire alla comunità un capolavoro che troppo a lungo è rimasto nelle miserevoli condizioni testimoniate dalla foto della restauratrice Daniela Lippi.
Grazie alla sensibilità di tanti uomini e donne, imprese e realtà del territorio, questo «No» salirà forte e finalmente potremo ammirare con occhi nuovi un capolavoro divenuto un simbolo, capace di trasmetterci il senso della nostra appartenenza alla comunità della nazione: il rispetto del bene comune.
Anche un piccolo contributo serve per dire «No» alla mafia e al terrore Un «No» che salirà forte grazie alla sensibilità di tanti uomini e donne