Subito Borja
I viola debutteranno a Milano con l’Inter Pioli: che emozione
Le parole di Antognoni Al Meazza sarà dura, ma certe sfide è meglio affrontarle subito Kalinic? Per ora sta qui Il post di Bernardeschi Dico grazie ai viola per avermi cresciuto e avermi fatto diventare un uomo
Chissà cosa avrà pensato Borja Valero dopo aver saputo dello scherzetto che gli ha giocato il destino. Inter-Fiorentina alla prima di campionato. Un concentrato di emozioni tra la voglia di rivalsa contro chi non l’ha voluto più, l’emozione per il debutto con la nuova maglia e quella per l’incrocio con la squadra che è stata sua per cinque anni. A San Siro sarà un debutto da libro cuore, con la curva viola che osannerà l’ormai ex sindaco e con Pioli (c’è pure lui) che in panchina si dividerà tra la voglia di lasciare il segno alla sua «prima» in viola e il desiderio di prendersi una piccola vendetta contro la squadra che l’ha cacciato senza neppure un ringraziamento.
«Per me sarà emozionante esordire proprio a San Siro — ammette Pioli a Violachannel — sicuramente la nostra sarà la partita clou della prima giornata, cercheremo di farci trovare pronti per l’inizio della stagione. Trovare una squadra così importante è stimolante». In tutto questo, ci sarebbe anche Vecino (che si allena in viola ma è destinato all’Inter) e l’ineffabile Spalletti, il tifoso della Fiorentina che proprio a Firenze sta facendo la spesa per costruire la sua Inter.
Come debutto (la partita si giocherà il 20 agosto alle 20,45) non c’è male, anche se più che dell’avversario i viola dovranno preoccuparsi soprattutto di far arrivare gli acquisti che servono a Pioli: «Sarà la partita degli ex — aggiunge Antognoni — sarà dura, ma certe partite è meglio affrontarle subito. Il mercato? Kalinic è un obiettivo del Milan ma ad oggi è tutto fermo. Chi andrà via sarà rimpiazzato adeguatamente». A proposito di mercato, alla quinta giornata c’è Juventus-Fiorentina. Che stavolta sarà ricordata come la prima volta del Berna bianconero («Grazie Fiorentina, con te sono diventato uomo», ha scritto ieri su Instagram) contro il suo passato. Suggestioni a parte, il calendario viola sembra piuttosto equilibrato e non solo perché quest’anno i viola non faranno le coppe. Dopo l’Inter in avvio ci saranno Samp in casa, Verona fuori e Bologna ancora al Franchi. Non esattamente un cammino che preclude una partenza sprint. Detto della Juve il 20 settembre, per incontrare un’altra grande occorrerà aspettare novembre (la Roma all’Olimpico alla dodicesima). Pericoloso semmai potrebbe diventare il finale di stagione, quando — almeno questa è la speranza — la Fiorentina potrebbe avere un obiettivo a cui aspirare.
Alla quattordicesima giornata infatti Pioli sfiderà la Lazio di Inzaghi, due settimane dopo si troverà di fronte il Napoli di Sarri, mentre all’ultima giornata incrocerà il Milan di Montella. Da Milano a Milano (il 20 maggio il cammino viola si chiuderà a San Siro) la Fiorentina proverà a riprendersi l’Europa e a sfruttare il ritorno dei quattro posti Champions (più altri 3 in Uefa) in palio quest’anno. Per qualificarsi alle coppe infatti basterà arrivare settimi: Pioli ci crede, a patto che Corvino lo accontenti il prima possibile.«Sono curioso di vedere come il calcio italiano e i tifosi reagiranno alla novità delle partite nel periodo natalizio — chiude Pioli — Speriamo di avere tante persone al Franchi nella sfida del 30 dicembre». A proposito di Franchi, di ieri il comunicato degli ultras della Fiesole che hanno ribadito «sostegno incondizionato alla squadra» e di voler rinnovare l’abbonamento «nonostante la rabbia nei confronti della società».
La campagna abbonamenti però latita (lunedì chiude la prelazione e la società ha venduto appena quattromila tessere), anche perché la parte silenziosa del tifo resta in attesa delle mosse di Corvino. Un grande acquisto, un grande nome, potrebbe se non altro abbassare i toni della protesta. Simeone per il momento è in stand-by, mentre Rincon e pure Benassi (in attesa di Eysseric) restano idee per il centrocampo. Il colpo però Corvino vorrebbe farlo nel ruolo che fu di Berna: il dg come sempre lavora sotto traccia e, giura lui, senza fretta. Il campionato però incombe. Al fischio d’inizio del Meazza mancano appena 25 giorni.