«Una svolta per la Fortezza»
Eletti presidente e nuovo Cda: i soldi per la riqualificazione ci sono, condividiamo il progetto con tutta la città
La prima cosa che ha fatto è andare in via Valfonda, alla giunta di Confindustria, per raccontare i prossimi passi verso la ristrutturazione e riorganizzazione della Fortezza da Basso. La «nuova» Fortezza, come polo congressuale e fieristico che possa reggere la competizione internazionale nel settore. Leonardo Bassilichi è da ieri presidente di Firenze Fiera. Indicato nel Cda della spa che gestisce la Fortezza dalla Camera di commercio che presiede, assieme a Ivano Bencini (scelto dalla Regione), Leonardo Cianchi (Comune) e Carlotta Ferrari (Città metropolitana), Bassilichi è stato poi eletto al vertice della società. Manca ancora un tassello, il quinto componente, obbligatoriamente una donna per rispettare le quote rosa, da parte delle associazioni di categoria. Ma Bassilichi ha già convocato il Cda per la prossima settimana. «Crescere, continuando a camminare» Un disegno di come saranno restaurati i bastioni della Fortezza da Basso è la sintesi che l’imprenditore fa del futuro di Firenze Fiera. La scelta di metterlo al vertice della società nasce dalla volontà di assumersi oneri ed onori dell’operazione voluta dalla Camera di Commercio sulla Fortezza, che garantisce un finanziamento di 48 milioni di euro per i lavori, arrivati dalla vendita dell’ex Borsa Merci. «Ci sarà presto una attribuzione di deleghe nel Cda» annuncia subito il neopresidente. «Siamo in una fase importantissima e complessa: ma possibile. Ed è per questo che dovremo prima di tutto condividere il più possibile i progetti». Non solo la Fortezza.
«Dovremo lavorare — aggiunge Bassilichi — con i colleghi della società per aprirla a tutta la città. C’è una percezione che io ho avuto da tempo: quella di una sorta di chiusura, di gap, tra la città e Firenze Fiera». Invece, dice Bassilichi, «è il momento di costruire interazioni con i lavoratori, con chi compra, con gli enti. Questa deve essere una società che apre porte e finestre, ascolta e riceve input dalle persone fuori».
Questa fase, che non sarà infinita, vedrà un secondo step propedeutico «alla costruzione del progetto della nuova Fortezza da Basso. Da settembre parte questo processo, a cui deve partecipare più gente possibile di tutta la città». Ma il progetto potrà cambiare?
Ed i finanziamenti ci sono? «I soldi ci sono — parte dalla coda Bassilichi — la Camera di commercio mette 48 milioni, il governo tramite il Cipe ha stanziato 20 milioni». Ma l’auditorium da 5 mila posti, per intercettare il grande turismo congressuale, ci sarà? «Io direi di sì, ma prima di tutto, dobbiamo capire le dimensioni utili per aggredire il mercato: ma le scelte devono tener conto di analisi puntuali ed attente». Non solo per spendere oculatamente i fondi ma anche per intercettare davvero il mercato. «E andremo per lotti», cioè per interventi.
Un’esigenza che è legata proprio al concetto di «crescere continuando a camminare». Firenze Fiera non può «tirar giù il bandone» e smettere di essere operativa in un mercato in cui fiere e congressi si organizzano in anticipo di due-tre anni, e con le rassegne di Pitti Immagine che incombono assieme alla Mostra dell’Artigianato.
L’ultima bozza progettuale, sulla quale è arrivato l’ok di Palazzo Vecchio e della sovrintendenza, prevede il recupero completo dei bastioni, percorribili anche ai fiorentini. Era però anche più costoso (141 milioni) e infatti andrà rimodulato: ma restano centrali, oltre l’auditorium «big», anche il completo rifacimento del Padiglione Cavaniglia, la completa ristrutturazione del Padiglione Spadolini, i nuovi impianti e la nuova pavimentazione del piazzale.
A disposizione «La Camera di commercio mette 48 milioni di euro, il governo altri 20»