Il debutto di Wohlauer a Firenze: girerò il territorio
Sicurezza, economia e cultura Il nuovo console Usa parte da qui
Tre priorità: la sicurezza dei cittadini Usa, lo sviluppo delle partnership tra i due Paesi dal punto di vista economico e anche su quello culturale. È questo il «piano di lavoro» del nuovo console generale Usa per Toscana, Emilia Romagna e San Marino che ieri ha incontrato i principali media della regione nella sede di lungarno Vespucci.
Benjamin Wohlauer, diplomatico di carriera, è subentrato ad Abigail Rupp già da qualche settimana ed ha già iniziato a tessere relazioni con tutte le istituzioni del territorio di sua competenza. Ma, dopo le istituzioni, è passato subito ad incontrare i giornalisti, a cui ha riconosciuto un ruolo fondamentale per far comprendere meglio la presenza americana nella nostra regione. Sessantamila i cittadini statunitensi residenti nelle due regioni, oltre 8 mila gli studenti che partecipano ai programmi delle università Usa con sede in Toscana (tra cui l’ultima arrivata dalla Florida, il Beacon College, a Prato). E i 12 mila cittadini Usa e italiani che lavorano nella base militare a Camp Darby, a Pisa.
Un rapporto che si è elevato, negli anni, quello tra Usa e Toscana, anche per la presenza di numerose multinazionali statunitensi nella nostra regione, a partire da Ge con il Nuovo Pignone, che ha scelto di collocare qua la sede mondiale del business Turbomachinery & Process Solutions di Baker Hughes.
La prima priorità è la sicurezza dei cittadini Usa, anche se, ha spiegato il console (marito di una ex console generale a Firenze, ora console generale a Napoli, Mary Ellen Countryman) non ci sono né problemi né indicazioni particolari in merito. Wohlauer ha assicurato che sarà un console «itinerante», che vuole conoscere e girare tutto il territorio coperto dalla sede consolare fiorentina. Sul fronte delle partnership economiche, ha annunciato che vuole partire con un incontro tra gli imprenditori italiani che già sono sbarcati negli Stati Uniti e quelli che vorrebbero farlo. E dare spazio alle tante fondazioni e associazioni toscane già attive sul fronte culturale.