AZIENDE PUBBLICHE, LUCI E OMBRE DEL DOPO-MADIA
Caro direttore, cosa emerge dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Istat e della Corte dei Conti sullo stato delle aziende partecipate dalla pubblica amministrazione in Toscana? Le aziende in Toscana sono 512, ma solo 347 vere e proprie società, 165 fra fondazioni, istituzioni, consorzi e altro. Nel complesso, in base ai dati del 2014, il valore della produzione è di 4,1 miliardi di euro, con 3,8 di costi e un utile netto per le aziende in attivo di 216 milioni e una perdita aggregata di quelle in perdita di 127 milioni. In totale un risultato positivo poco inferiore ai 100 milioni. Gli addetti sono ventimila con un incidenza sul totale dei costi pari al 23,7% in linea con la media italiana, costo unitario 44.000 euro circa più basso sempre della media italiana. Il quoziente di indebitamento è pari a 1,38 in linea con la media italiana. Il numero delle aziende in perdita è stabile intorno alle 140 unità, ma le perdite sono cresciute da 59 milioni nel 2012 a 125 milioni nel 2014, più che raddoppiate, ma a causa del risultato pesantemente negativo di una società sola (Olt). Circa metà delle aziende in perdita lo sono stabilmente nel triennio. Il totale delle erogazioni degli enti partecipanti alle aziende è modesto (208 milioni di impegni e 431 di pagamenti su 5,5 milioni di euro di valore della produzione) uno dei più bassi in Italia. La maggior parte delle aziende in perdita non sono le tipiche aziende di servizio pubblico (con l’eccezione di Aamps Livorno che nel 2014 presenta una perdita di 11,7 milioni di euro ed entra cosi nella top 10 delle maggiori aziende in perdita italiane). Il grosso delle perdite, specie quelle continuative nel triennio 20122014 si annidano nei poli tecnologici, nelle terme, nella Fidi Toscana, nelle attività culturali, nelle società di promozione, in alcuni aeroporti secondari, ma soprattutto in Olt Offshore LNG, il rigassificatore galleggiante ancorato davanti alle coste Pisane e Livornesi, con 65 milioni di perdita nel 2014, circa la metà del totale delle perdite. Insomma un quadro positivo delle aziende di servizio pubblico locale che erogano servizi primari per i cittadini (circa 170) e una situazione con chiaroscuri nelle altre società meno al centro dell’attenzione pubblica e principale oggetto della «scure» del decreto Madia. Una situazione particolarmente delicata è quella delle partecipazioni della Regione (Fidi, interporti, terme, fiere) con una perdita aggregata di 5,3 milioni di euro (il triplo del 2013) elemento che allarma la Corte dei Conti regionale che invece sottolinea i risultati positivi dei processi di fusione nelle aziende di servizio pubblico locale (rifiuti, energia, servizio idrico e trasporti). Particolarmente positivo invece il quadro degli affidamenti in Toscana, oggetto di gare nel settore idrico, dei trasporti e dei rifiuti e presto nella distribuzione del gas, e un contenuto (ed efficiente) ricorso ad affidamenti in house per i restanti settori. Un quadro che possiamo considerare sicuramente positivo al netto però dei contenziosi nei vari tribunali.