Riottosa, l’inchiesta continua. Militanti in corteo
In sessanta al presidio davanti a Sollicciano. E sul web spunta una «chiamata alle armi»
«La Riottosa è diventato un luogo di aggregazione della frangia più oltranzista dell’anarchismo insurrezionale di Firenze», si legge in uno dei report dell’Antiterrorismo. Quelle analisi, agli atti dell’inchiesta, sono alla base del provvedimento di sequestro dell’immobile che era stato occupato nel febbraio del 2007 e che due giorni fa la Digos ha sequestrato, arrestando anche cinque presunti responsabili della notte di Capodanno, quando una bomba esplose ferendo un artificiere della polizia intervenuto per disinnescare l’ordigno piazzato in una libreria riferibile a Casapound.
Indagini che sono ancora in corso perché «altri soggetti restano da individuare» ha spiegato due giorni fa Eugenio Spina, dirigente superiore della polizia di Stato, a capo del servizio centrale dell’antiterrorismo.
Stamani gli anarchici saranno sentiti dal gip nel carcere di Sollicciano: il giudice dovrà decidere se convalidare o meno i fermi e decidere se confermare o meno le esigenze cautelari in carcere. Tra gli otto fermati ci sono tre anarchici che sono stati fermati dai carabinieri del Ros: sono sospet- tati di aver preso parte al raid incendiario contro la caserma di Rovezzano avvenuto lo scorso anno.
Dopo i fermi di ieri sul sito Croce nera anarchica è comparso un volantino, dove si indicano i responsabili delle indagini (con tanto di nome e cognome) e si fanno una serie di valutazioni: «L’attentato, l’incendio, il saccheggio, gli attacchi armati sono parte integrante della guerra portata avanti, senza esclusione di colpi e senza più limiti precostituiti contro lo Stato. Che si abbandonino le armi della politica e si riabbracci la politica delle armi in maniera indeterministica, cosciente e costante». In questi mesi, dopo lo sgombero di Villa Il Panico, La Riottosa era diventata quindi un «luogo di riferimento per le frange più oltranziste dell’anarchismo nazionale e internazionale». Dopo la bomba di Capodanno si fissano incontri per strategie e raccolta fondi. La Digos ne mappa uno che si tiene il primo febbraio, un secondo il 3 febbraio mentre l’8 marzo si tiene un’assemblea. L’11 febbraio scorso c’è invece il presidio a piazza dei Ciompi contro gli arresti avvenuti in quei mesi a Firenze. Sono altri sette gli incontri che si tengono alla Riottosa nel mese di febbraio. E a marzo vengono presentate due riviste anarchiche. Al setaccio sono adesso i volantini sequestrati durante le perquisizioni e i fermi, oltre ai computer e ai cellulari. Due giorni fa, il procuratore Giuseppe Creazzo e i sostituti Filippo Focardi e Beatrice Giunti hanno firmato un decreto di fermo che ha colpito otto anarchici. In carcere sono finiti Pierloreto Fallanca che risulta addirittura «domiciliato» presso la «Riottosa», Nicola Almerigogna , fiorentino, anche lui «domiciliato» in questo stabile; Sandro Carovac, sardo, che «gode di solidi agganci nelle realtà anarchiche nazionali e internazionali»; Marina Porcu, anche lei con una lunga militanza anarchica in mezza Italia; Salvatore Vespertino, un altro anarchico, Micol Marino e il pistoiese Giovanni Ghezzi.
E ieri sera a Sollicciano una sessantina di persone si è radunata davanti al carcere per manifestare la solidarietà agli otto militanti arrestati. I manifestanti si sono posizionati davanti all’ingresso del carcere dove hanno urlato qualche slogan.
L’anti terrorismo «Quello era diventato un punto di riferimento Restano da individuare ancora alcuni soggetti»