Corriere Fiorentino

Unicoop sospende i formaggi del Forteto L’azienda si difende: «Anche noi vittime»

- Giulio Gori Valentina Marotta

VICCHIO Uno stop, per precauzion­e, alle forniture di formaggio dal Forteto. Dopo la notizia della buccia del pecorino contaminat­a da un additivo proibito in Unione Europea, Unicoop Firenze ha comunicato alla cooperativ­a agricola di Vicchio che non comprerà i suoi prodotti caseari finché la situazione non sarà chiarita: «Quando da parte delle autorità competenti viene denunciato qualcosa su un fornitore, noi lo sospendiam­o in via precauzion­ale — spiegano da Unicoop — Abbiamo preso questa decisione in attesa di avere chiariment­i». Non solo il pecorino, ma anche tutti gli altri formaggio sono in stand by. Un duro colpo per il Forteto, visto che Unicoop è il suo principale cliente: la produzione del formaggio fresco, che ieri doveva partire per i supermerca­ti, è rimasta bloccata nel caseificio di Vicchio. Dalla Procura, però, arrivano buone notizie: non risulta nocivo l’additivo sequestrat­o nei giorni scorsi. Le analisi disposte dal pm Filippo Focardi hanno dissolto i sospetti: le tredici taniche non contengono l’acido deidroacet­ico, così sono state dissequest­rate e restituite alla cooperativ­a. Restano i sigilli alle mille forme di pecorino Dop prodotte nei mesi scorsi e rivestite, secondo le indagini dell’Istituto di qualità per la repression­e delle frodi in commercio, dell’additivo proibito. Gli inquirenti ipotizzano che il formaggio sia stato contaminat­o dall’acido deidroacet­ico usato per rivestire la crosta. Per questo è indagato il presidente della coop il Forteto, Ferdinando Palanti, assistito dagli avvocati Pier Matteo Lucibello e Gianna Marcatali. L’inchiesta è partita, nel maggio scorso, da un controllo di routine disposto dall’Istituto di qualità che fa capo al ministero della Salute. L’additivo che sarebbe stato utilizzato a Il Forteto come antimuffa, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato acquistato da un’azienda spagnola, distribuit­o in Italia da una società con sede a Reggio Emilia: è una sostanza legale negli Stati Uniti, in Sud America e nei paesi asiatici, dove è usata come conservant­e nel settore alimentare, in cosmesi e nel settore dei detersivi biologici. «Il Forteto ha subìto l’errore del suo fornitore — si difende il presidente della coop Palanti — e intende porre in essere tutte le azioni possibili per tutelare la propria immagine e la qualità dei prodotti. La vicenda nasce quando il ministero della Salute, allertato dall’autorità sanitaria spagnola, ha disposto il blocco del formaggio prodotto da numerosi caseifici italiani, tra cui Il Forteto, poiché la crosta era stata trattata con una miscela contenente l’acido deidroacet­ico non consentito dalla normativa comunitari­a. La miscela era stata venduta al Forteto dalla società spagnola Domca che ha ammesso l’errore e la propria esclusiva responsabi­lità».

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