Peretola, gli altolà di Carrai
«Le prescrizioni? Non si investe in un’opera anti economica»
«Il progetto del nuovo aeroporto con la pista parallela può avere il via libera già a dicembre. Ma lo faremo solo se ci sarà compatibilità ambientale ed economica, rispettando la legge». Il giorno dopo l’ennesimo allarme sui tempi della nuova pista di Peretola Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti, reagisce così.
«Il progetto del nuovo aeroporto con la pista parallela può avere il via libera già a dicembre. Ma lo faremo solo se ci sarà compatibilità ambientale ed economica, rispettando la legge». Il giorno dopo l’ennesimo allarme sui tempi della nuova pista di Peretola Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti, reagisce così. Al Corriere Fiorentino Vito Riggio ha annunciato che Enac, da lui presieduta, chiederà al ministero di utilizzare la nuova procedura semplificata per la Valutazione di impatto ambientale (Via), cosa che però potrebbe comportare l’ennesimo slittamento dell’ultimo sì.
Carrai, perché scegliere una nuova procedura?
«Guardi, io mi attengo agli atti: e questi dicono che l’Enac ha mandato una lettera, di cui siamo a conoscenza perché indirizzata anche a noi, al ministero, il 21 luglio scorso, per chiedere l’avvio della procedura di consultazione in base al nuovo decreto 104/2017, che definisce le integrazioni sugli studi per ottenere la Via».
Cosa cambia se viene usata la nuova?
«Anche se il decreto 104 semplifica i percorsi, richiede approfondimenti ulteriori. Enac, alla fine della consultazione, deciderà se procedere con il nuovo decreto. L’articolo 23 della nuova normativa consente di attivare questo percorso 60 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo che è stato pubblicato il 7 luglio: quindi si può partire il 7 settembre. Il decreto 104 prevede anche che dopo 60 giorni, più altri 30 per approfondimenti, arrivi la Via». Tradotto? «Io credo che entro dicembre possa esserci la Valutazione di impatto ambientale e possa partire l’operazione della nuova pista».
Gli oppositori della pista parallela sostengono che la nuova procedura sia un modo per evitare di affrontare le 142 prescrizioni arrivate dalla commissione Via.
«La legge non è “un modo”: è legge. Il decreto recepisce una direttiva dell’Ue, l’Italia rischiava un’infrazione per non averla ancora recepita. Trovo folle immaginare che una legge volta a recepire una direttiva comunitaria sia stata fatta per risolvere i problemi di Firenze».
Resta il nodo dei tempi. Riggio parla di un procedimento che si potrebbe concludere a giugno prossimo, forse qualche mese prima. Con nuovi ritardi.
«Non so perché Riggio abbia detto questo, forse si è spiegato male. Il presidente di Enac conosce molto bene la legge, e la legge gliel’ho appena citata».
Il ministero dell’Ambiente non ha dato la Via dopo due anni, ora una normativa può dare il via libera in due mesi. Non è un elemento che dà ragione agli oppositori del progetto per la nuova pista?
«Ma se la legge lo prevede... Le commissioni hanno fatto la loro valutazione in base alla precedente legge. Ma non si è raggiunto la fine, cioè il decreto di Via, perché Enac ha chiesto in fase finale alcuni approfondimenti sulle competenze specifiche dell’ente. Se uno pensa che un decreto che recepisce una direttiva europea sia una barbarie, non crede in uno Stato di diritto. Peggio ancora chi pensa che si voglia sorpassare le prescrizioni: se l’Enac aderirà alla nuova procedura legislativa alcuni approfondimenti e atti che le prescrizioni chiedevano di fare ex post, cioè dopo l’ottenimento del parere Via, saranno fatti prima di avere il parere. Vi pare un modo per aggirare le prescrizioni? Noi faremo tutto ciò che la legge prescrive e che gli organi competenti richiederanno».
La normativa è cambiata, ma il regolamento attuativo è ancora in itinere: i contrari allo sviluppo di Peretola certamente faranno ricorso. Riggio, quando parlava dei nuovi ritardi, teneva conto anche di questo.
«Se ritengono di aver ragione facciano ricorso, vediamo se ci sarà la sospensiva. Altrimenti il progetto va avanti».
Chi è chiamato a dare il via libera, il nuovo Comitato di sorveglianza, dovrà tener conto di questo eventuale ricorso: normalmente, per autotutela, sospende le decisioni in attesa di un giudizio di merito.
«Tutti possono fare i ricorsi che vogliono. L’articolo di legge e il comma sono chiarissimi: dettano tempi precisi, basta leggere».
Lei dice che una volta ottenuta la Valutazione di impatto ambientale in pochi giorni sarete in grado di rispondere a tutte le 142 prescrizioni. Possibile?
«Non so quante siano o saranno le prescrizioni, vedremo. Mi sento di dire che saranno allocati tanti soldi per le opere ambientali nel progetto di Peretola, non siamo contro l’ambiente. Vogliamo fare un’opera che migliora l’ambiente, spenderemo decine di milioni di euro per trasformare un parco — che oggi un parco non è — in un’oasi di verde. Chi vuol fare un’opera pubblica non è un distruttore dell’ambiente. Probabilmente nel medioevo alcuni comitati avrebbero impedito la costruzione dei porti medicei».
Lo spostamento del Fosso reale e il rispetto delle norme anti alluvione, che potrebbero portare a modificare l’altezza dell’autostrada (A11) non sono banalità.
«Le soluzioni tecniche non mi competono: io dico che abbiamo proposto un progetto, aspettiamo la valutazione di tutti gli organi competenti per verificare che tipo di progetto, con quali prescrizioni, è possibile fare. Se ci sono le condizioni, ci diranno che lo possiamo fare; altrimenti ci sarà dato un diniego».
Ora il vostro progetto è stimato in 380 milioni di euro di investimenti. Se dovesse aumentare il costo, cosa succederebbe? C’è un equilibrio finanziario oltre il quale non potete andare? «Da Adam Smith in poi nessuno investe in un’opera anti economica. A me però piacerebbe ricordare che l’aeroporto per l’economia fiorentina è importante: abbiamo chiuso un bilancio da record per passeggeri, voli ed utili. Gli aeroporti di Firenze e Pisa, sono infrastrutture a servizio del territorio, portano ricchezza. Toscana Aeroporti non vuole sfruttare il territorio, lo vuole aiutare a crescere».
Riggio conosce la legge e i tempi sono quelli Forse si è spiegato male