«Ammazzato nell’indifferenza»
Al mercato di San Lorenzo orchidee bianche per il giovane ucciso in Spagna. Arrestati tre ceceni, due già liberi
In un video il pestaggio di Niccolò Ciatti. Il padre: tutti fermi a guardare, potevano salvarlo
Nella discoteca Sant Trop di Lloret de Mar la musica è già ferma da un pezzo e le luci sono accese. Sulla pista da ballo molti clienti — per la maggior parte si tratta di ospiti giovanissimi — sono pigiati contro il muro mentre al centro va in scena l’orrore, senza che nessuno alzi un dito o faccia qualcosa per salvare un ragazzo di appena 22 anni. Sembrano scene da un film, invece si tratta della realtà. Le immagini registrate dalle telecamere interne del locale, e rese pubbliche dalla polizia catalana, mostrano l’assurda violenza che tre giovani, di 20, 24 e 26 anni, scaricano sul povero Niccolò Ciatti.
Il ragazzo — 22 anni di Scandicci, partito in vacanza per la Costa Brava con cinque amici a inizio agosto — è già a terra, steso come in segno di resa quando riceve quel violento calcio alla testa che gli provocherà le lesioni mortali. La violenza dei tre aggressori è brutale, l’intero nightclub è lì fermo. Come paralizzato. L’omicidio di Niccolò sembra avvenire nell’indifferenza di quanti sono lì attorno. I tre aggressori fuggono, ma verranno rintracciati e fermati poco dopo dalla polizia. Per loro scatta l’accusa di omicidio volontario ma in cella è rimasto solo l’autore del calcio mortale, gli altri due sono stati scarcerati. Si tratta di cittadini ceceni, che vivono da tempo in Francia, dove hanno chiesto asilo politico, secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Periodico. Gli investigatori catalani continuano a scavare nel loro passato ma non avrebbero dubbi: i tre hanno una formazione paramilitare. Le indagini vanno avanti e si cerca di capire se c’è stata negligenza da parte dei dipendenti del locale: ci si chiede, insomma, se intervenendo tempestivamente avrebbero potuto fermare il brutale assalto svelato da quelle immagini inquietanti. Anche per questa ragione ieri l’amministrazione di Lloret de Mar ha disposto la chiusura della discoteca e farà osservare un minuto di silenzio.
Intanto quel video ha fatto in poche ore il giro del mondo intero. Si tratta di immagini dure, che hanno molto scosso la famiglia del ragazzo che, nella notte tra sabato e domenica (appena subito dopo aver appreso la notizia), ha inutilmente cercato un volo per Barcellona, decidendo poi di partire comunque ma in automobile. Ieri, l’unico ad avere avuto la forza di parlare con i giornalisti è stato il babbo, Luigi: il suo sfogo, anche nel tremendo dolore, è stato composto. «Non sono essere umani ma bestie. Hanno ammazzato mio figlio come una sacco di patate. Non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita di finire così». E «la cosa triste» vedendo il video dell’aggressione, è che tutti «sono stati a guardare impotenti. Sarebbe bastato che qualcuno fosse intervenuto per risparmiargli quelle pedate alla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato».
Luigi Ciatti ha spiegato di non esser riuscito a vedere per intero quel drammatico filmato, «ma quel pezzo che ho visto è la dimostrazione delle bestie che Niccolò aveva di fronte. Mio figlio era alto più di un metro e novanta, 80 chili, un fisico bellissimo. Lo hanno distrutto solo perché ha ricevuto una spinta e lui ha reagito. Quei tre non hanno aspettato altro per massacrarlo perché questo era il loro lavoro: lo volevano massacrare e me lo hanno ammazzato». Ieri mattina il sindaco della Città metropolitana, Dario Nardella, si è messo subito in contatto con il nostro ministro degli Esteri Angelino Alfano, mentre il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, ha parlato con la sottosegretaria Maria Elena Boschi per chiedere che il governo italiano intervenga su quello spagnolo per il rimpatrio immediato della salma e per chiedere che le indagini facciano chiarezza. «Il Comune di Scandicci è pronto a fare tutti gli atti necessari per agevolare le necessità della famiglia — ha detto Fallani — È una vicenda terribile che ha toccato tutta la nostra comunità».
Non sono riuscito a vedere tutto il filmato Bastava che qualcuno fosse intervenuto...