Pistoia capitale della cultura, ma dai privati nessun investimento
Lo scorso anno a Mantova arrivarono 4 milioni. Il neo sindaco Tomasi: comunicazione inefficace
PISTOIA Nessun investitore privato o azienda ha scommesso un euro su «Pistoia Capitale della Cultura italiana per il 2017». Un numero nudo e crudo che mette a nudo le ambizioni della città di riuscire a proiettare questa visibilità oltre l’annuncio della vittoria nella competizione per ricevere questo titolo.
Nella casella dei finanziamenti privati campeggia uno «zero» che stride con le ambizioni di Pistoia, che vuole creare dibattito e accendere i riflettori sulla propria capacità di produrre cultura. Per analizzare con maggiore correttezza il dato è sufficiente fare il confronto con Mantova, dove lo scorso anno per la stesso evento erano stati raccolti circa 4 milioni di euro di sponsorizzazioni di aziende private. L’unico finanziamento esterno utile alla causa di «Pistoia capitale della cultura», invece, è rappresentato dai 250 mila euro stanziati dalle partecipate del Comune.
«Paradossalmente — spiega Alessandro Tomasi, il nuovo sindaco eletto a giugno, commentando questo dato negativo — sono i cittadini ad aver pagato questo piccolo sostegno al finanziamento statale». Il Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo, infatti, qui ha fatto arrivare un milione di euro, già impiegato nella sua totalità per l’organizzazione degli eventi e delle mostre che si sono svolte o che si svolgeranno fino a dicembre prossimo. «Io non posso più spendere nulla di quel milione ma mi fa specie — spiega Tomasi con vena critica rispetto alla precedente amministrazione comunale — che dell’intera cifra siano stati impiegati solo 35 mila euro in promozione degli eventi. Basta dare un’occhiata sul web: se si fa un giro sulle bacheche dei social si vede che nessuno parla di ‘Pistoia capitale della cultura’ e su Google l’indicizzazione cala a vista d’occhio. Siamo in ritardo anche su sito e ‘app’ per telefoni, nonostante la qualità delle cose fatte sia ottima, specie quelle curate dall’ufficio della macchina amministrativa».
La voce dello stanziamento per l’acquisto di spazi pubblicitari sui media è effettivamente la più bassa tra quelle presenti nel business plan attuato dalla giunta guidata da Samuele Bertinelli. Scorrendolo si può notare come 154 mila euro siano stati destinati alle attività museali, 180 alle mostre d’arte contemporanea — tra cui spiccano i 115 mila spesi per quella di Giovanni Pisano — 150 mila per le attività teatrali e 31 mila per le attività del comitato scientifico. Solo 35, come detto, per la promozione degli eventi organizzati.
L’ex assessore alla Cultura Elena Becheri, in carica fino a poche settimane fa prima delle elezioni e del cambio di amministrazione comunale, replica che le cifre spese per le attività di comunicazione sarebbero leggermente superiori — «dovremmo essere arrivati a 50 mila euro» – e puntualizza che gli investimenti su questo settore sono quelli che erano previsti nel progetto iniziale: «Potendo agire come una libera impresa — ammette l’ex assessore — avrei certamente messo molti più soldi in comunicazione e promozione. Ma siamo un’amministrazione pubblica, con tutto quello che questo comporta: dovevamo attenerci alle cifre che avevamo deciso di spendere nel piano».
A riprova dell’assenza di un piano di comunicazione ci sono i successi di alcuni eventi che sono stati organizzati al di fuori del finanziamento statale. Risulta ad esempio singolare che la mostra su Marino Marini sia stata pianificata e pagata dalla Fondazione che porta il nome dell’artista pistoiese, con un investimento di circa 200 mila euro sulla sua promozione. All’orizzonte della nuova amministrazione pistoiese c’è certamente un’analisi politica approfondita di quel che è stato fatto e di quel che si può ancora produrre, oltre che una lettera spedita nelle ultime ore da palazzo di Giano al Campidoglio: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato invitato per l’evento conclusivo della manifestazione, la cui data sarà fissata compatibilmente con la disponibilità del capo dello Stato. «Bisogna guardare avanti e per questo — spiega Tomasi — proporrò alla città di non buttare via tutta l’esperienza: voglio che il Comitato resti per aiutare Pistoia a comprendere quali sono le possibilità culturali nel 2018».
Numeri Appena 35 mila euro per campagne informative Funziona solo l’evento su Marino Marini, promosso però dalla Fondazione