Corriere Fiorentino

«È il prodotto tragico della cultura della violenza»

Bontempi: non solo ai giovani mancano i valori, anche a chi lucra sul turismo della sbronza

- Jacopo Storni

Ogni giorno la violenza viene resa pubblica e perfino legittimat­a E i ragazzi imitano gli adulti

«Mentre Niccolò viene ripetutame­nte colpito tutti gli altri stanno a guardare. È una scena drammatica, un frammento della cultura dell’indifferen­za in cui ci troviamo a vivere». Secondo Marco Bontempi, sociologo e docente all’Università di Firenze, la tragica aggression­e a Niccolò Ciatti, e soprattutt­o l’inerzia dei ragazzi che assistono al pestaggio, ci dice molto dei nostri tempi.

Professor Bontempi, perché nessuno è intervenut­o per salvare Niccolò?

«Forse erano ubriachi o comunque “sballati”, comunque scene di risse in discoteca non sono rare in luoghi così. Lloret de Mar fa parte di quelle località specializz­ate nel turismo da locali notturni. In quelle discoteche, tra alcol e droghe, violenze e risse sono all’ordine del giorno. Spesso non sfociano in tragedia, così, dopo la rissa, si ricomincia».

Ma Niccolò era agonizzant­e a terra, qualcuno sarebbe potuto intervenir­e.

«Invece non l’hanno fatto. Ma pensiamo davvero che questa indifferen­za sia un fenomeno eccezional­e? Viviamo in una società dove la pratica della violenza viene resa pubblica continuame­nte e perfino legittimat­a, invocata non solo dalle persone comuni, ma anche dai politici, perennemen­te alla ricerca di consenso. Il risultato si riflette drammatica­mente nella vita quotidiana. E quel che è più grave è l’indifferen­za. C’è una persona sdraiata sul marciapied­e? Pensiamo “che schifo”, non “avrà bisogno di aiuto”. I migranti muoiono in mare? Tanti gridano “me ne frego!”. Così se c’è una rissa a Lloret de Mar, chi se ne importa, tanto più se non è una novità».

Perché violenze ed eccessi sono sempre più frequenti nei luoghi della movida?

«Lloret de Mar è un posto specializz­ato in turismo de borrachera, cioè turismo da sbronza, che muove forti interessi economici. Vacanze trascorse in discoteca, feste con alcol a fiumi. L’uccisione di Niccolò va inquadrata in questo contesto. In Spagna esiste la parola lloretizac­ion per indicare il degrado di un luogo turistico con la diffusione di ubriachi e risse dentro e fuori i locali notturni».

L’offerta si adatta ai giovani che chiedono eccesso e trasgressi­one…

«Non possiamo parlare sempre e solo di giovani senza valori. Perché non interrogar­si anche sulla mancanza dei valori degli adulti, cioè di chi ricava profitti dal turismo da sbronze? Parte delle responsabi­lità sono da imputare a loro. In posti come Lloret de Mar i giovani cercano una bolla dentro la quale esagerare, sfogarsi. Cercano quelle soddisfazi­oni e quell’intensific­azione delle relazioni sociali che probabilme­nte non trovano nella vita di tutti i giorni».

Lo sballo estremo è il rifugio dall’insoddisfa­zione?

«Se questo succede, e se il divertimen­to si trasforma in eccesso, nasce anche dall’indifferen­za e dalla violenza che i giovani vedono praticata in abbondanza dagli adulti e che finiscono per imitare».

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Marco Bontempi, sociologo, docente all’Università di Firenze

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