Corriere Fiorentino

LA LEGALITÀ IN DISCOTECA

- di Gaspare Polizzi

Non sono mancate la commozione e le lacrime per l’assurdo assassinio di Niccolò Ciatti. Che si uniscono alla buona notizia sull’uscita dal coma farmacolog­ico di Daniele Bariletti, ridotto in fin di vita in una discoteca di Jesolo da un’aggression­e simile a quella contro Niccolò. Ma è mancata finora una reazione forte da parte di cittadini, istituzion­i e forze politiche. Sembra che si abbia ritegno nel chiedere ciò che in un Paese civile dovrebbe essere ovvio: che anche nelle discoteche si rispettino le leggi. Si vieti l’uso di droghe e sostanze illegali, si intervenga per evitare risse e violenze. Si garantisca innanzitut­to il diritto alla sicurezza personale. Nelle strade delle nostre città, sui mezzi di trasporto, nei luoghi aperti al pubblico. Anita Fallani, figlia del sindaco di Scandicci, ha raccontato bene le paure continue vissute da tante ragazze che, sempliceme­nte, praticano la libertà di uscire da sole la sera. E alla stazione di Firenze, in questi giorni viaggiator­i e pendolari si sono trovati spettatori, certo non sicuri, di due aggression­i alla Polfer: impossibil­e non rimanere perplessi davanti alla decisione di rilasciare il secondo aggressore dopo due giorni.

I racconti provenient­i da Lloret de Mar non fanno dubitare dalla presenza diffusa nelle discoteche della zona di droghe, alcol e risse. Non da oggi. Già vent’anni fa da Barcellona si cercava lo sballo notturno a Lloret de Mar: un posto orrendo, dove finta musica adatta solo a stordire, abusi e violenze di vario genere erano e sono quotidiani. Non possiamo intervenir­e sulle leggi spagnole, ma in Italia si dovrebbero chiedere, da subito, regole più strette e controlli più severi, anche dentro le discoteche. I parlamenta­ri toscani, tutti dovrebbero impegnarsi per un’iniziativa legislativ­a che, nel ricordo di Niccolò, impedisca altri omicidi assurdi come il suo.

Al fondo, bisognerà anche domandarsi perché una tale offerta di sballo abbia tanto successo. Ci sarà nei giovani una domanda di emozioni forti, che la società adulta non è in grado di gestire, se non facendone fonte di lucro, anche illegale. I giovani hanno poche colpe. Ma è evidente l’ampiezza dei problemi etici ed educativi di questi nostri tempi di imbarbarim­ento progressiv­o. Sarà necessario tutto l’impegno possibile delle famiglie e della scuola per indirizzar­e, nei tempi lunghi dell’educazione, la spinta vitale nei giovani verso passioni positive, come lo sport, il volontaria­to, l’impegno per difendere la natura, l’amore per la cultura. Vogliamo credere nell’efficacia di questa un’utopia.

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