Pistoia, diventa un caso politico il tuffo del parroco con i migranti
Foto coi migranti in piscina, don Massimo oggi dal vescovo dopo gli attacchi di Salvini e del web
La disputa è partita nei giorni scorsi da un pc della parrocchia di Vicofaro, una chiesa in un edificio moderno alle porte di Pistoia. E lì è andata a ricadere fisicamente — dopo essere passata dalla Rete — con le gomme tagliate nella notte alle biciclette in uso ai migranti ospiti della struttura guidata da don Massimo Biancalani.
Sono suoi l’account Facebook ed il computer da cui sono state postate le foto oggetto della diatriba: scatti di migranti gambiani ospiti della struttura che sorridono alla fotocamera di un cellulare durante un momento di relax alla piscina di Cantagrillo, a Casalguidi. Un momento di «riposo premio per il lavoro svolto in questi mesi» per il prete, che decide di raccontare anche questo frangente di vita sui social. Un affronto per il leader leghista Matteo Salvini e per una fetta consistente del popolo della Rete. Il leader del Carroccio riposta gli scatti sul proprio profilo definendo Biancalani un prete «anti-italiano»: parte la ridda di insulti, il profilo Facebook del prelato viene oscurato per 24 ore in seguito alla segnalazione di contenuti non appropriati da parte di alcuni utenti.
Un’escalation inattesa, che l’eco esponenziale del web e la delicatezza del tema proiettano al livello nazionale prima che le ricadute si concretizzino sul luogo dove tutto era nato. Le gomme tagliate sono un brutto dispetto o un sinistro avvertimento? «Abbiamo segnalato l’episodio ai carabinieri e faremo una segnalazione alla polizia postale», spiega Biancalani nel giorno più lungo, quello in cui deve chiarire i suoi intenti nella pubblicazione delle immagini, raccontare ai cronisti accorsi sul posto il suo lavoro quotidiano, incassare (moltissimi) attestati di solidarietà e (qualche) critica. Il prete rimane per tutto il giorno seduto alla scrivana dietro la porta della canonica, dove campeggia la scritta «In questa casa è vietato l’ingresso ai RAZZISTI, tornate a casa vostra!». Punti esclamativi e lettere maiuscole, con il lessico e la vemenza di chi è stufo, di chi combatte una battaglia di una parte contro l’altra.
Ed è questo l’aspetto che qualcuno, almeno in città, sembra rimproverare al prelato. Il neosindaco pistoiese di Fratelli d’Italia, Alessandro Tomasi, condanna nettamente offese e minacce: «Non ci troviamo d’accordo con le idee di don Massimo Biancalani, ma nessun tipo di attacco violento e razzista può essere tollerato», dice. Ma d’altra parte ci tiene a sollecitare anche «un cambio di rotta sulle politiche dell’accoglienza calate dall’alto, che non sono più sostenibili». Il segretario provinciale del suo partito ha invece espressamente stigmatizzato «l’agire politico» di Biancalani, che avrebbe spettacolarizzato l’evento pubblicando le immagini sulla Rete e fomentando così la frustrazione dei cittadini.
«Queste sono amenità: il mio agire politico c’è, ma va inteso come ricerca del bene comune», replica il prete. A difenderlo ci sono per primi i migranti ospiti, che ricordano come don Massimo dia sostegno e ristoro «anche ad una decina di italiani». Si schierano decisamente dalla sua parte anche la sinistra pistoiese — con il capogruppo Pd in Consiglio comunale Walter Tripi, il senatore Vannino Chiti ed il consiglieri regionale pistoiese Massimo Baldi e Marco Niccolai — ed il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli: «Tutti — ha detto quest’ultimo — possono criticare ed esprimere pareri discordanti sull’operato di un prete ma nessuno si deve permettere di offendere, insultare, minacciare. Ciò non è cristiano ma neanche umano».
Tardelli ha condannato fermamente «le espressioni razziste e le offese gratuite rivolte contro quanti sono accolti nelle strutture della Chiesa», ricordando quanto scritto nella recente lettera al clero: «Non è comprensibile che all’interno delle nostre comunità parrocchiali si coltivino sentimenti xenofobi, razzisti o anche solo di chiusura». Oggi il vescovo si incontrerà proprio con don Biancalani per parlare del caso. Non si sa se il primo proverà a chiedere al secondo di abbandonare il racconto social del suo operato con i migranti, ma è certo che questi — accompagnati dal prete — torneranno presto a fare il bagno nella piscina dove tuto è cominciato: «Abbiamo già in programma diverse nuove visite alla piscina nei prossimi giorni — ha anticipato il prelato di Vicofaro — e stiamo anche pensando di andare per due o tre giorni al mare».
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