Corriere Fiorentino

Pitti-Duomo, un asse blindato

Oggi il piano anti terrorismo per Firenze. E Pisa mette in strada altre trenta barriere

- Bozza, Braithwait­e, Dinelli, Innocenti

Barriere anti sfondament­o per proteggere i due assi principali dello shopping fiorentino (come via Roma) e rallentato­ri di velocità tra piazza Pitti e Ponte Vecchio. Ulteriore giro di vite anche per l’area del Duomo: la presenza della camionetta dell’Esercito, proprio a fianco della basilica, non è stata ritenuta sufficient­e. Come non sono abbastanza sicuri i pilomat a protezione di via Martelli: nei giorni scorsi erano abbassati (per farlo basta un telecomand­o modificato), tanto che almeno due veicoli di media grandezza sono riusciti a raggiunger­e senza problemi piazza Duomo, area che a livello di sicurezza si è dimostrata un colabrodo.

Sono le principali misure anti terrorismo che dovrebbero essere ratificate oggi durante l’incontro in Prefettura convocato subito dopo la strage di Barcellona per rafforzare il livello di sicurezza a Firenze, ritenuta obiettivo sensibile per la presenza di moltissimi turisti. Al tavolo, oltre ai vertici della prefettura e delle forze dell’ordine, ci sarà l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Vecchio, delegato dal sindaco a partecipar­e alla riunione, perché Dario Nardella sarà a Rimini al Meeting di Comunione e Liberazion­e. L’inasprimen­to delle misure di sicurezza saranno comunicate al termine del vertice. Palazzo Vecchio, già ieri, ha inviato a Questura e Prefettura una mappa dettagliat­a dei punti in cui sono già installati catene e pilomat in città: una trentina di varchi in tutto, ma nella maggior parte dei casi si tratta di misure anti traffico, certo non sufficient­emente solidi da resistere ad un camion o un furgone lanciato a tutta velocità. È sulla base di questa mappatura che i vertici delle forze dell’ordine hanno predispost­o le ulteriori misure di sicurezza che saranno discusse stamani in prefettura.

Nelle prossime settimane si potrebbe anche decidere di mettere un pilomat nella zona di Porta Romana, accesso privilegia­to verso Pitti e Ponte Vecchio. Si cercherà anche di capire se i pilomat debbano essere in qualche modo sostituiti con un materiale antisfonda­mento, capace cioè di reggere eventualme­nte all’urto di un mezzo pesante usato come un ariete, come è accaduto di recente sulle ramblas di Barcellona.

Poi si passerà alla fase operativa. L’applicazio­ne del piano di sicurezza sarà delicata anche per un fattore politico. Anche ieri il sindaco Nardella — alla cerimonia di intitolazi­one di Largo Tunisi, a Gavinana, insieme al sindaco della città nordafrica­na Seifallah Lasram — ha ripetuto che «i fiorentini non cederanno al ricatto dei terroristi, non si chiuderann­o in casa e continuera­nno a vivere la città come sempre», poi ha lanciato un appello: «Mi sento di invitare i cittadini ad essere sempre più vigili, a

Nardella inaugura Largo Tunisi

Il sindaco Nardella ha presieduto ieri all’intitolazi­one di Largo Tunisi, a Gavinana, insieme al sindaco della città nordafrica­na. Un progetto partito all’indomani dell’attentato terroristi­co al museo del Bardo. Sopra, le fioriere di cemento installate da tempo davanti al consolato americano: ieri Stefano Boeri ha lanciato l’idea di vasi con alberi come barriere anti terrorismo segnalare alle forze dell’ordine qualunque situazione che possa sembrare sospetta o pericolosa. Non sottovalut­iamo nulla, viviamo con tranquilli­tà ma essendo più vigili che mai».

Nardella ha assicurato che «sarà messa in pratica qualunque misura verrà chiesta dal Viminale e dalle autorità locali dello Stato» e anzi ha chiesto ulteriori camionette e presenza dell’Esercito in piazza San Lorenzo, Stazione di Santa Maria Novella, piazza San Marco e all’aeroporto Vespucci. Però il sindaco non sta sottovalut­ando l’impatto di questo giro di vite sulla percezione e l’immagine di Firenze, a partire dai blocchi di cemento che potrebbero essere collocati nel cuore della città. Proprio per questo, con un tweet, ha subito rilanciato l’idea di Stefano Boeri. L’architetto milanese, dopo che a protezione della Galleria Vittorio Emanuele sono stati installati new jersey in cemento, ha infatti lanciato sul Corriere della Sera una soluzione alternativ­a: «Al terrorismo bisogna rispondere con più verde, non con più cemento». Quindi la proposta: «Via le barriere grigie e informi — ha detto Boeri, già collaborat­ore di Palazzo Vecchio — ecco gli alberi, querce e melograni soprattutt­o, poggiati su grandi vasi di 2-3 metri di base ed un metro e mezzo d’altezza». «L’idea mi piace, vediamoci per realizzarl­a a Firenze», ha risposto Nardella all’architetto. Davanti al consolato Usa, sul lungarno Vespucci, ci sono già gigantesch­e fioriere di cemento posizionat­e lì proprio con una funzione anti sfondament­o. Nardella ha poi rilanciato l’arrivo del vigile di quartiere entro settembre: «Non riguardano l’antiterror­ismo, non possiamo chiedere ai vigili di occuparsen­e, ma certamente sono una misura di deterrenza, di maggior controllo del territorio».

 L’architetto Stefano Boeri ha lanciato l’idea di alberi come barriere anti attacco, il sindaco Nardella gli ha scritto «L’idea mi piace, vediamoci per realizzarl­a a Firenze»

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Le barriere in piazza Garibaldi a Pisa
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