UN NUMERO, NON PAROLE
Il terrorismo moltiplica le sue vittime e si alza l’asticella della sicurezza nelle nostre città. Si alza per tutti: forze dell’ordine, istituzioni politiche e civili, cittadini. Non c’è tempo da perdere, a cominciare dalle barriere anti attentati che devono essere alzate nei punti più vulnerabili dei nostri centri storici. A Firenze, a Pisa, a Siena e in tutti i centri della Toscana che hanno maggiore rilevanza anche mediatica.
Il presidente del Consiglio Gentiloni domenica ha parlato dell’importanza della prevenzione e delle segnalazioni, sottolineando in particolare il ruolo dei vigili urbani, ritenuti ancora — più a torto che a ragione — l’istituzione più vicina alla gente, alla sua vita quotidiana. La storia recente delle nostre città non depone a favore della fiducia che dimostra il capo del governo. I vigili urbani da tempo non sono più le guardie della città. Temute e amate al tempo stesso. Come quando ai «pizzardoni» si portavano i regali di Natale lasciandoli sulle piattaforma circolari da cui loro dirigevano il traffico al centro degli incroci. Non è passato un secolo (mezzo, semmai), ma nel frattempo sindacalizzazione e burocratizzazione hanno cambiato tutte le regole e sconvolto i rapporti tra i cittadini e la polizia municipale. Firenze è un caso esemplare: tante, tantissime multe per divieto di sosta, e per il resto gli interventi spot contro l’abusivismo commerciale che continua a furoreggiare. Il traffico è caotico comunque, sia che i vigili ci siano oppure no, e la sensazione di confusione che il cuore della città dà è spesso amplificato dalla loro ininfluente presenza. Basta andare a vedere che succede ogni giorno, come scriviamo da anni, all’incrocio tra via Por Santa Maria e i Lungarni a Ponte Vecchio. Un bailamme in cui auto, bus, taxi e carovane di turisti si intersecano senza che le divise che sono lì, a due metri, facciano alcunché. Forse perché sono i vigili addetti a contrastare l’invasione dei tappetini...
Ma non è tempo di battute, né di promesse. Servono fatti. E allora, tenendo conto della richiesta che arriva da Palazzo Chigi, il Comandante della Polizia municipale di Palazzo Vecchio si attivi per garantire la sua «quota sicurezza» e fornisca ai fiorentini un numero (breve e facilmente memorizzabile) per assicurare la possibilità di fare segnalazioni importanti. Vale per l’emergenza terrorismo, ma anche per il degrado che a Firenze avrebbe bisogno di ben altra cura. Un numero, tanto per dimostrare che finalmente finirà il festival inutile delle buone intenzioni.