Da Trump a via de’ Neri: la scommessa dello chef nel cuore del mangificio
A New York ha cucinato per il presidente Trump, ora con due soci sbarca in via de’ Neri
Tre fiorentini hanno lanciato la sfida a «Untopoli» con il loro «Bar e cucina». Untopoli ovvero via de’ Neri come è stata ribattezzata a causa del proliferare di mescite e paninerie con relativo seguito di bivacchi già documentati negli anni dal Corriere Fiorentino. «Via de’ Neri conta venticinque locali dove si può mangiare, comprare cibo da asporto o minimarket. Le ultime novità sono un locale con pietanze svedesi, una pizzeria e un mix toscano-mediterraneo. Ormai è diventata la strada del panino». Così in uno dei tanti reportage su via de’ Neri (questo è stato realizzato a luglio dell’anno scorso), un mangificio che non conosce sosta. Ma, seppur sempre nel segno del «food», una eccezione al panino, alla pizza da asporto o alle schiacciate, c’è.
A sfidare l’offerta mordi, bivacca e fuggi ora ci hanno pensato tre fiorentini che, è bene precisare subito, non hanno aperto un ristorante gourmet, ma un bar con cucina di qualità. Il locale è l’ex «bar Silvana», reduce da un’esperienza vegetariana piuttosto naif che, nonostante l’apprezzamento di blog e tv, ha dovuto soccombere a finocchione, soprassate e ai consigli. Due dei tre nuovi soci rientrano dagli Stati Uniti. Non erano «cervelli in fuga», ma senza dubbio negli anni hanno dimostrato di saperci fare.
Il primo si chiama Matteo Boglione e il suo ultimo impegno è stato quello di head chef a «Le Cirque» di Sirio Maccioni dove ha cucinato anche per il presidente Donald Trump l’amata sogliola alla mugnaia. A lui spetta il compito di dare solidità ai piatti rispetto non solo all’esperienza del «bar Silvana» ma anche nel confronto con una città in pieno fermento. La sua cucina promette stagionalità e un pizzico di quella creatività importata da New York e da «Le Cirque».
Un esempio? Il vitello tonnato che non ha niente a che vedere col tradizionale piatto piemontese. Sentite qua: una mattonella di vitello fritto tipo braciola, con sopra un roll di filetto di tonno crudo riempito di salsa tonnata e spolverato con capperi freschi, pomodoro confit, limone fritto e fondo di vitello. Costa diciotto euro, ma è il piatto più caro del menu. A pranzo si mangia entro i venti euro con una formula diversa, più internazionale: il club Sandwich, la Caesar salad, le egg benedict. A cena tra trenta e cinquanta euro secondo quanto si mangia. A spiegare il locale è invece Matteo Mechelli, l’altro socio. Come lo chef è reduce da un’esperienza newyorkese di quasi vent’anni e anche lui è figlio di madre americana partito per la Grande Mela dopo il liceo.
«Bar e Cucina» è uno spazio piccolino, che ricorda lo stile newyorchese, con un bancone grande. Matteo (Boglione, ndr) è la mente creativa del ristorante e della cucina. Io vengo dal settore degli investimenti immobiliari, tra cui anche di ristoranti non solo a Manhattan». Il terzo socio è Alessandro Frassinelli, ex maitre prima delle Murate e poi del Pescatore. I tre non sono spaventati dal bivacco di «untopoli». Un po’ perché sono dal lato opposto, tra via de’ Benci e via delle Brache, quello un tempo chiamato via de’ Nori in onore a Francesco Nori che difese con la vita Lorenzo de’ Medici durante la congiura dei Pazzi. Quale miglior buona stella per porre un argine al dilagare dell’omologazione gastronomica.
«È una strada conosciuta per i panini, è vero — commenta Matteo Mechelli — I turisti fanno tappa all’ Antico Vinaio e alla Gelateria de’ Neri come spiegano anche molte guide, noi lo vediamo. Ma ci piaceva essere in mezzo a tutto questo. Il nostro posto è comodo, ma easy, per un caffè, un cocktail e un piatto di pasta». Già celebre lo spaghetto al pomodoro di Boglione, uno di quei piatti con i quali pochi chef vogliono cimentarsi temendo il confronto. Cambio di passo anche nel bere. Al bando birre alla spina e bibite, ma spazio a una carta dei vini con sessanta etichette perlopiù toscane, con qualche sconfinamento piemontese e francese, cinque o sei anche al bicchiere. Per ora il «Bar e Cucina» apre dalle 11,30 alle 15 e dalle 18 alle 23, ma in futuro l’idea è quella di non chiudere durante il giorno. La sfida a «untopoli» è lanciata.
La scelta Sappiamo che questa è la strada conosciuta per panini e gelati come spiegano molte guide, ma noi volevamo essere qui