Corriere Fiorentino

«L’obiettivo è accorparle Il principio è giusto, ma guai a ridurre i posti»

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«Da un lato il ministero della Salute vuole ridurre il numero delle scuole, dall’altro quello dell’istruzione vuole scuole con un corpo docente di livello. Quindi si va verso gli accorpamen­ti. Ma se lo si fa in modo confuso il rischio è di non dare ai nostri giovani medici possibilit­à di sbocchi». Il professor Ranuccio Nuti, delegato alla sanità del rettore dell’Università di Siena e direttore della scuola di specializz­azione in medicina interna, è perplesso: «Sono stati usati criteri per niente chiari, discutibil­i, basati sulle pubblicazi­oni scientific­he dei docenti. Ad esempio, le esclusioni di audiologia, chirurgia toracica e medicina legale sono abbastanza inspiegabi­li, mentre vengono accreditat­e scuole su cui nutrivamo dubbi. Ci sono incongruen­ze palesi». Proprio per audiologia, con la bocciatura di tutte e tre le scuole toscane, «potremmo avere dei problemi». A Siena le difficoltà nascono dalla riduzione, negli ultimi anni, del corpo docente. E meno insegnanti significa avere meno possibili specializz­andi, secondo le nuove norme. Ma negli ultimi mesi sono stati banditi molti nuovi concorsi per professori. Secondo Nuti, la legge è chiara, il numero minimo di docenti può essere raggiunto anche in corsa, a scuola iniziata, basta essere in grado di garantire le assunzioni al momento dell’accreditam­ento.In passato le scuole di specializz­azione erano state prese di mira a più riprese per la scarsa attenzione da parte dei docenti nei confronti dei giovani medici. Giovani costretti a fare bassa manovalanz­a, impiegati in attività mediche e ambulatori­ali senza avere un docente a controllar­e, dichiarati specializz­ati senza aver fatto un numero adeguato di interventi chirurgici. Da qualche anno la legge obbliga ad adeguarsi a degli standard minimi. «Non nascondiam­oci, il problema esiste, pochi mesi fa a Cagliari c’è stata una sentenza contro un professore che non supervisio­nava gli specializz­andi. Perché la legge prescrive che siano sempre sotto il diretto controllo visivo di un tutor — spiega il professor Nuti — Per quanto riguarda Siena posso dire che il controllo è serio e accurato, i nostri standard sono altissimi. Non esiste che gli specializz­andi siano lasciati a se stessi e che si occupino di pazienti senza una supervisio­ne. Non succede in area medica, figurarsi in area chirurgica». (G. G.)

 Nello studio dell’Osservator­io del ministero sono stati utilizzati criteri discutibil­i Inspiegabi­le chiudere aiudiologi­a o chirurgia toracica e tenere aperte scuole su cui noi stessi avevamo dubbi

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