Pioli, il tempo del rodaggio
Dopo il ko di San Siro Bene la grinta e le giocate dei debuttanti, ma sulle fasce manca qualità La Fiorentina ha in cassa circa 40 milioni: possibile ancora qualche colpo per migliorare la rosa?
«Per diventare squadra non servirà troppo tempo». Dopo il pesante ko con l’Inter Stefano Pioli ha dispensato ottimismo. Che il debutto fosse complicato lo sapeva dal giorno del sorteggio del calendario, che la costruzione della sua Fiorentina fosse in ritardo, anche. Le assenze poi lo hanno costretto a inventarsi Benassi trequartista e ad accelerare il debutto di Gil Dias. Le attenuanti insomma non mancano, ed è pur vero che il calcio d’agosto difficilmente trova conferme nel corso dell’anno. A una prima occhiata però la sensazione che il divario tra le 5 grandi e le altre si sia allargato, è già forte: Juve, Napoli, Roma e ora anche le milanesi hanno una marcia in più. Alla Fiorentina allora non resterà che inseguire la Lazio e restare davanti a squadre come il Torino. Come? Sfruttando l’entusiasmo dei giovani e cercando, come dice Pioli, di «diventare squadra in fretta». In difesa e a centrocampo si sono viste falle preoccupanti, ma il potenziale di qualche debuttante lascia spazio alle speranze. In fondo non sempre l’allenatore si troverà davanti un colosso come l’Inter.
Il carattere, innanzi tutto. Con una squadra così giovane, le due sberle del primo quarto d’ora rischiavano di dare il via a una goleada: così non è stato. La Fiorentina anzi ci ha provato fino alla fine (due parate di Handanovic, il rigore negato al Cholito e il palo di Veretout) e avrebbe meritato il gol. Un bel segnale per Pioli, che proprio partendo dall’entusiasmo sta provando a forgiare una squadra coraggiosa e spensierata. Come detto poi, qualche colpo di Gil Dias e di Eysseric non è passato inosservato. Il portoghese ha saltato spesso Nagatomo (un tunnel al giapponese lo ha addirittura postato su Facebook) e finito per sbattere contro Miranda: l’esperienza gli farà capire che il dribbling è una gran bella arma, a patto di non abusarne. Eysseric invece ha svariato su tutto il fronte d’attacco e dato l’assist (a Simeone) più bello di tutta Samp (Saponara dovrebbe tornare dopo la sosta) saranno il vero valore aggiunto di Pioli. Da sottolineare anche la grinta di Veretout, lo Schwarz del nuovo millennio (piedi non educatissimi ma un cuore grande come una casa), e le parate di Sportiello, portiere finora in naftalina ma già in grado di essere un valore aggiunto.
Hugo e Benassi, ma anche la vecchia guardia Sanchez, Tomovic e Maxi Olivera. Le cose da sistemare sono parecchie in casa viola. Il brasiliano ha fisico e irruenza, ma contro Icardi è stato un disastro. Ha perso la marcatura e (in occasione del rigore) mandato Astori in tilt: in Italia le amnesie si pagano e non a caso Pioli ha chiesto e ottenuto un altro centrale (Pezzella) pronto subito. Poi c’è Benassi, spaesato e mai pericoloso in una posizione da numero 10 che non è la sua. Da quelle parti, servono altre soluzioni. A preoccupare per davvero però sono le carenze tecniche. Dei terzini innanzi tutto: né a destra né a sinistra (pessima la prova di Tomovic e Maxi) c’è un fluidificante che convinca. Ma anche a centrocampo le cose vanno migliorate. E non poco: si è passati dalla tecnica sopraffina di Pizarro, Borja, Vecino ai lanci sbagliati di Sanchez (che lo scorso anno Sousa faceva giocare in difesa) e alla ruvidezza di Veretout. Badelj come detto porterà ordine, ma con quaranta milioni ancora in cassa per le tante cessioni di quest’estate, sarebbe così assurdo pensare a un altro paio di acquisti in grado di alzare il livello tecnico della rosa? La fiducia nei giovani è comprensibile, ma certi limiti tecnici rischiano di costare punti preziosi.